L’Iraq al voto inghiottito nella spirale della violenza. Sono state oltre 90 le persone rimaste uccise in 24 ore mentre i cittadini iracheni si preparavano a recarsi alle urne per il rinnovo del Parlamento. Oggi la giornata del voto in un’atmosfera di tensione per gli attacchi attribuiti dal governo del Premier sciita Nuri al Maliki a jihadisti sunniti. Il Primo Ministro, candidato ad un terzo mandato alla guida dell’esecutivo, ha fatto appello a recarsi alle urne.
“Qui nella circoscrizione di Doura siamo sotto la minaccia del terrorismo, delle bombe, dei raid dell’esercito oppure delle forze non governative” dice un residente. “In primo luogo abbiamo bisogno di cambiamento. Speriamo che i nostri candidati siano capaci di salvarci dai miliziani per poter vivere in pace. Non abbiamo visto alcun progresso negli ultimi 8 anni, al contrario le cose sono andate di male in peggio”.
Dopo il ritiro dell’esercito statunitense l’Iraq cerca di controllare una crescente instabilità e una costante guerra interconfessionale che dall’inizio del 2014 ha fatto una media di 25 vittime al giorno.
“Qui nella circoscrizione di Doura siamo sotto la minaccia del terrorismo, delle bombe, dei raid dell’esercito oppure delle forze non governative” dice un residente. “In primo luogo abbiamo bisogno di cambiamento. Speriamo che i nostri candidati siano capaci di salvarci dai miliziani per poter vivere in pace. Non abbiamo visto alcun progresso negli ultimi 8 anni, al contrario le cose sono andate di male in peggio”.
Dopo il ritiro dell’esercito statunitense l’Iraq cerca di controllare una crescente instabilità e una costante guerra interconfessionale che dall’inizio del 2014 ha fatto una media di 25 vittime al giorno.
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