Ruoppolo Teleacras - Perchè loro sì e lui no ?

  • 12 anni fa
Il servizio di Angelo Ruoppolo ( http://www.facebook.com/pages/Angelo-Ruoppolo/40129859538?ref=search ) Teleacras Agrigento dell' 1 novembre 2011.
In attesa dell' udienza di revisione, l'avvocato Lipera invoca la scarcerazione di Contrada. La discriminazione con gli scarcerati per via D'Amelio.
Ecco il testo :
"Perche' a loro si' e a lui no ? " : ecco l'interrogativo che tormenta lui, Giuseppe Lipera, avvocato difensore di Bruno Contrada. Lipera ha depositato qui, a Caltanissetta, alla Corte d'Appello, un'altra istanza. E invoca la scarcerazione di Contrada. Il ragionamento e' matematico : se per la strage di Via D'Amelio, in ragione della revisione, al momento inammissibile, sono stati scarcerati ergastolani gia' condannati in Cassazione, perche' Contrada, ancora in ragione della revisione, e nonostante non sia ergastolano, sia condannato a 10 anni per concorso esterno alla mafia, all'eta' di 80 anni, ammalato, in mancanza di ogni requisito di pericolosita' sociale, non e' scarcerato ? E pensare che Contrada, detenuto ai domiciliari a Palermo, ha gia' scontato quasi 9 anni e tra meno di 12 mesi saldera' il debito con la giustizia. Adesso, l'ex funzionario del Sisde e' in attesa dell' udienza pubblica dibattimentale, il prossimo 8 novembre, nell' ambito del procedimento di revisione. Se non scarcerato, e ancora detenuto, e se Contrada intende essere presente, allora da Palermo a Caltanissetta sara' scortato dai carabinieri, tradotto come un detenuto, al pari degli altri. La lista dei testimoni disegnata dall' avvocato Lipera e' eccellente. Vi e' anche l' ex capo della loggia P2, Licio Gelli, che dovrebbe attestare l' estraneita' di Contrada alla massoneria. Poi l'ex capo della polizia Gianni De Gennaro, il generale dei carabinieri Giuseppe Tavormina, l'attuale vice capo della polizia, Francesco Cirillo, il tenente colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, gia' noto come il Capitano Ultimo che arresto' Riina, i magistrati Gherardo Colombo, Antonino Ingroia e Giuliano Turone, lo psicologo Alessandro Meluzzi e il criminologo Francesco Bruno. Poi anche alcuni pentiti, come Balduccio Di Maggio e Gaspare Mutolo.