Cn24 | 180secondi del 12 GIUGNO 2009 | Linformazione calabrese in soli tre minuti

  • 13 anni fa
Venerdì 12 GIUGNO 2009 | In questa edizione di 180secondi: REGGIO CALABRIA | Colpo ai patrimoni della ndrangheta. Operazione della Dia. Confiscati beni alla cosca dei Rugolo Il patrimonio accumulato in 30 anni da Domenico Rugolo, 74enne considerato dagli investigatori il boss dell'omonima cosca di Castellace di Oppido Mamertina per un ammontare di 40 milioni di euro è stato sequestrato dagli uomini della Dia di Reggio Calabria. L'attività, rappresenta lo sviluppo dell'operazione ''Saline'' eseguita nel maggio dello scorso anno che portò all'arresto di quattro persone presunte affiliate alla cosca Rugolo di Oppido. I procuratore capo di Reggio Giuseppe Pignatone ed il capo della Dia, Antonio Girone hanno riferito che tra i destinatari del provvedimento di sequestro ci sono anche gli eredi dell'imprenditore Nino Princi, morto nel maggio dello scorso anno, in seguito all'esplosione di una bomba sotto la sua auto. LUZZI | Uccide a coltellate lamante della madre. Rumeno in manette. Una lite il movente dellomicidio Un giovane romeno incensurato è stato arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Rende per omicidio. A Luzzi (CS) in località Focazza subito dopo mezzanotte, Timotei Bodea Octavian, taglialegna 19enne, ha ucciso a coltellate l'amante della madre, Domenico Spina, 48 anni, disoccupato originario di Bisignano già noto alle forze dellordine. L'uomo si sarebbe presentato ubriaco alla festa di compleanno del giovane accusando la sua compagna di infedeltà. Una lite ha indotto il giovane ad afferrare un coltello con cui ha colpito Spina diverse volte al torace, provocandone la morte quasi istantaneamente. Poi il ventenne avrebbe gettato via larma del delitto, che non è ancora stata trovata, nella campagna vicina. CRONACA | Traffico internazionale di droga. Emesse 49 ordinanze di custodia cautelare Sgominata dalla Guardia di Finanza e dalla polizia una banda dedita al traffico internazionale di droga. Il gip di Trento ha emesso 49 ordinanze di custodia cautelare, di cui finora 26 sono state eseguite, che riguardano 7 italiani, originari di Milano, Roma, Sicilia e Calabria, e 19 rom. Sono in corso di esecuzione invece in altri Stati dell'Unione Europea altri 7 mandati. Nelle indagini, coordinate dalla Dda di Trento, sono stati sequestrati 94 kg di cocaina e 61 kg di marijuana importati da Spagna e Olanda. REGGIO CALABRIA | Sincatena davanti al tribunale. Genitore in protesta dopo lassoluzione di due medici Francesco Umbaca, camionista di Bianco, da stamane ha iniziato una singolare protesta incatenandosi davanti al Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria. Come ha fatto sapere ieri sera il suo avvocato, Ferdinando Parisi, Umbaca protesta perché la Procura Generale presso la Corte d'Appello di Reggio Calabria ha chiesto l'archiviazione del procedimento a carico di due medici dell'ospedale di Melito Porto Salvo che erano stati indagati per le lesioni gravissime riportate al momento del parto dal figlio Nicolas, oggi di quasi cinque anni, affetto da tetraparesi spastica. Secondo i genitori la gravissima patologia è la conseguenza di un'asfissia per un taglio cesareo eseguito con molto ritardo. Umbaca continuerà la protesta ad oltranza, ogni pomeriggio rientrerà a casa per assistere il bambino, mentre la mattina tornerà ad incatenarsi. GIOIA TAURO | Arrestato il superlatitante Molè. Ricercato da un anno per associazione mafiosa Era latitante dal luglio dello scorso anno, quando sfuggì ai fermi disposti dalla Dda di Reggio Calabria nell'ambito dell'operazione "Cento anni di storia" contro i componenti delle cosche Molè e Piromalli di Gioia Tauro. I carabinieri del Ros di Reggio hanno messo in manette Girolamo Molè, 46 anni, ricercato per associazione di stampo mafioso e uno dei 100 latitanti più pericolosi. La notizia è stata resa nota in conferenza stampa dal procuratore aggiunto Prestipino, dal vice comandante provinciale dei carabinieri Carlo Pieroni e dal comandante del Ros Valerio Giardina. CROTONE | Inchiesta Why not, Prodi nel mirino del pm Bruni. Lex premier tra le cause dei contrasti nel pool della Dda? Il pm di Crotone Pierpaolo Bruni, nel periodo in cui era applicato allinchiesta Why not condotta dalla Procura generale di Catanzaro, si era convinto che lex presidente del Consiglio Romano Prodi dovesse essere indagato non solo per abuso dufficio, ma anche per associazione per delinquere, corruzione e finanziamento illecito dei partiti. Lo scrive il settimanale Panorama oggi in edicola. Prodi era stato iscritto nel registro degli indagati dallex pm di Catanzaro Luigi De Magistris prima che linchiesta fosse avocata dalla Procura generale. Si ipotizza che proprio da questi contrasti allinterno del pool sia partita poi la decisione di non riconfermare Bruni alla Dda di Catanzaro. 

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