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Sessanta agenti della Polizia Locale di Roma Capitale, tutti con gravi patologie, sono pronti a dare battaglia. Da dicembre è scaduta la loro autorizzazione a lavorare da remoto e l’amministrazione ha ordinato il rientro in servizio, nonostante i certificati medici attestino l’impossibilità di lavorare in presenza.

Otto di loro hanno presentato ricorso al Tribunale del Lavoro, denunciando una decisione "illegittima e discriminatoria". Sono malati oncologici, cardiopatici, immunodepressi, tutti precedentemente autorizzati a lavorare da casa su compiti amministrativi. Secondo il PIAO 2024-2026 di Roma Capitale, però, la polizia locale non può operare in smart working.

Il 19 marzo si terrà l’udienza decisiva. Nel frattempo, i vigili coinvolti ribadiscono: “Non smetteremo di lottare per i nostri diritti”.

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00:0060 agenti della Polizia Locale di Roma Capitale, tutti con gravi patologie, sono pronti a dare
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00:06La dicembre è scaduta la loro autorizzazione a lavorare da remoto e l'amministrazione
00:11ha ordinato rientro in servizio, nonostante i certificati medici attestino l'impossibilità
00:16di lavorare in presenza.
00:18Otto di loro hanno presentato ricorso al Tribunale del Lavoro, denunciando una decisione illegittima
00:24e discriminatoria.
00:25Sono malati oncologici, cardiopatici, immunodepressi, tutti precedentemente autorizzati a lavorare
00:32da casa su compiti amministrativi.
00:34Secondo il Piano 2024-2026 di Roma Capitale, però, la Polizia Locale non può operare
00:41in smartworking.
00:42Il 19 marzo si terrà l'udienza decisiva, nel frattempo i vigili coinvolti ribadiscono
00:48non smetteremo di lottare per i nostri diritti.

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