• l’altro ieri
Testo:

È il canto della sirena solitaria in mezzo al golfo,
intanto un elfo crea su tela la storia del posto.
Vasto regno, tra spiagge e monti
un grande bosco.
Rime-di un disegno mitologico e contorto.
Allergico alla musica me ne auguro il contagio.
Inauguro sto testo e taglio subito il discorso.
La conoscenza sfama l'intelletto di ogni teschio, ma basta un morso ad una mela e presto vieni espulso.
In fondo è dal Eden che è iniziato il tutto.
Generato e non creato,
figlio di un esperimento.
Colui che pensi sia creatore,
ma è un architetto, tutto vede, tutto può, guarda un po' grande fratello.
Numeri in schedari registrati ad ogni avvento, . . .
nati già con un fardello, . . .
il timore di finire presto dentro al campo santo.
Preconcetto stabilito,
durante un rito occulto.
Gregge smarrito prega,
intorno a un obelisco.
Un giullare a corte canta
come fosse un menestrello,
mentre l'oste versa vino,
il Re di ostriche è satollo,
balli in maschera di ferro,
ognuno viene accolto.
Gareggiano pesci,
dentro al mare mosso non hai scampo, se hai dietro ghiotte fauci e non c'è ombra del traguardo.
Infinita apnea, con l' idea di andare a fondo, cosi neppure Ulisse è più attirato verso il porto.
Metto in ordine le sillabe,
poi virgole e ogni punto.
Antologia segreta,
biblioteca del tramonto.
Alto su di un monte sorge il credo del buddhismo.
Torna silente la sirena,
l'elfo termina il dipinto.

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