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CortometraggiTrascrizione
00:00A 40 anni della sua inaugurazione come primo museo d'arte contemporanea in Italia, il
00:14castello di Rivoliatorino ripensa i propri inizi, con una mostra che è un omaggio alla
00:18prima esposizione, ma anche una riflessione fattiva su cosa significa essere oggi un
00:22museo del presente. Overture 2024 è un grande progetto di riallestimento della collezione
00:34che vuole parlare delle opere degli artisti, ma anche della stessa istituzione. Vuole veramente
00:39raccontare parzialmente la storia recente del museo, ma più che altro, non soltanto
00:43la storia recente, vuole anche proiettarsi verso il futuro e raccontare attraverso le
00:49opere degli artisti quale tipo di museo noi immaginiamo per l'oggi, quale immaginiamo
00:53per il domani e quali momenti e quali riflessioni che l'arte contemporanea ci regala vogliamo
00:59portare di fronte agli occhi dei nostri visitatori. Quattro decenni dopo l'effettiva overture
01:04del museo, nel 1984, il progetto attuale non vuole rifare quella mostra, ma ispirarsi alle
01:10sue modalità per rendere ancora più vivo il luogo, lo spazio di narrazione museale
01:14che attraverso le opere e le stanze ripensa anche se stesso.
01:17Abbiamo lavorato con le artiste e gli artisti, li abbiamo invitati esattamente come ha fatto
01:23negli anni 80 Rudy Fuchs, a venire al castello, a fare sopralluoghi in modo da trovare per
01:29ciascuna delle opere in collezione anche le condizioni espositive migliori ed è chiaramente
01:36un racconto che parla del presente, parla delle tante urgenze che connotano il mondo
01:41contemporaneo. Non è una mostra tema, abbiamo pensato che non fosse corretto stringerci in
01:46un unico tema, ma ci sono delle grandi tematiche che attraversano questi lavori e li metto nel
01:52comune. Alcuni artisti come Michelangelo Pistoletto, Richard Long o Sol LeWitt sono
01:56presenti oggi come nel 1984, ma è un riallestimento concepito per sale che sono loro volta delle
02:02piccole mostre personali o bi-personali. Guarda con forza il presente con gli occhi di artisti
02:07imprescindibili come Pierre Huyghe, Anne Imhof, Ed Atkins e soprattutto Ito Steyerl che scavano
02:13dentro il nostro tempo la sua disumanizzazione digitale cercando il presente estremo. Per
02:18tornare al presente e per tornare secondo me anche al futuro bisogna veramente affidarsi alle mani
02:23e alle visioni degli artisti, quindi quello che il castello ha sempre fatto e continuerà a fare
02:27è quello di seguire gli artisti in territori che sono ancora inesplorati. C'è un nucleo di opere
02:32per esempio che si occupa del digitale e di quello che vuol dire la rappresentazione del sé, sempre
02:36più complesso, frammentato tra il reale e il virtuale. In questo caso sono proprio gli artisti
02:42a darci degli strumenti critici per guardare a quelle che sono le macchine digitali, quello che
02:47sono l'impatto che l'intelligenza digitale sta iniziando ad avere, ma che nei prossimi anni sarÃ
02:53sempre più grande. Quello che l'esposizione nel castello di Rivoli apre insomma è come una finestra
02:57polifonica su ciò che non sappiamo e su ciò che potremmo essere un viaggio incerto interessante,
03:02come il percorso dentro la tela jeans mobile di una grande installazione di
03:07Paola Pivi. Ognuno arriverà all'uscita con il proprio passo.