Il signor Loppi, proprietario del ristorante Eden, sul litorale romano, ormai anziano e stanco, decide di ritirarsi e cedere la struttura al ricco mobiliere Azzaro. Questi decide, quello stesso giorno, di festeggiare nel ristorante le nozze d'oro del padre Salvatore e di sua madre. Loppi si congeda perciò dai suoi dipendenti con una promessa: se il servizio delle nozze soddisferà il nuovo proprietario, quest'ultimo manterrà il ristorante in attività e li terrà con sé, altrimenti trasformerà il locale in un mobilificio.
Tale situazione, ovviamente, non giova al morale dei membri del personale: l'arrogante maître genovese Loris Bianchi, solito rivangare (o, forse, millantare) trascorsi lavorativi in locali di prestigio; il cameriere Mario Tangaro, cialtronesco ex-calciatore milanese separato (ma non divorziato) e con un figlio, sentimentalmente legato ad una prostituta nera e fortemente indebitato a causa della sua passione per le corse dei cani; l'altro cameriere Agostino Rondine, ex-fisarmonicista toscano un po' ritardato e ormai talmente in disgrazia da essere ridotto a vivere, di fatto, all'interno del ristorante; il cuoco Germano, marchigiano, bacchettone e permalosissimo, in costante conflitto e divergenza di opinione con Bianchi; Riccardo Bianchi, reggiano, giovanissimo ed ingenuo nipote del maître, cameriere al suo primo giorno di lavoro all'Eden; l'aiutocuoco filippino Felipe, taciturno e col debole per l'alcool. Tutti loro, indistintamente, si trovano presto a dover vivere una giornata campale, intimoriti dalla possibilità di perdere il lavoro, logorati da anni di rancori personali e di malumori, nonché sempre più infastiditi dalla crescente arroganza del nuovo proprietario nei loro confronti. Ad occupare i loro pensieri, inoltre, vi è anche la schedina che hanno giocato tutti insieme il giorno prima del servizio. Al contempo, anche tra i commensali l'atmosfera è tutt'altro che idilliaca: tra i due anziani sposi, infatti, il rapporto sembra pressoché inesistente, al punto tale che tra gli invitati è presente anche l'amante di Salvatore Azzaro.
Tale situazione, ovviamente, non giova al morale dei membri del personale: l'arrogante maître genovese Loris Bianchi, solito rivangare (o, forse, millantare) trascorsi lavorativi in locali di prestigio; il cameriere Mario Tangaro, cialtronesco ex-calciatore milanese separato (ma non divorziato) e con un figlio, sentimentalmente legato ad una prostituta nera e fortemente indebitato a causa della sua passione per le corse dei cani; l'altro cameriere Agostino Rondine, ex-fisarmonicista toscano un po' ritardato e ormai talmente in disgrazia da essere ridotto a vivere, di fatto, all'interno del ristorante; il cuoco Germano, marchigiano, bacchettone e permalosissimo, in costante conflitto e divergenza di opinione con Bianchi; Riccardo Bianchi, reggiano, giovanissimo ed ingenuo nipote del maître, cameriere al suo primo giorno di lavoro all'Eden; l'aiutocuoco filippino Felipe, taciturno e col debole per l'alcool. Tutti loro, indistintamente, si trovano presto a dover vivere una giornata campale, intimoriti dalla possibilità di perdere il lavoro, logorati da anni di rancori personali e di malumori, nonché sempre più infastiditi dalla crescente arroganza del nuovo proprietario nei loro confronti. Ad occupare i loro pensieri, inoltre, vi è anche la schedina che hanno giocato tutti insieme il giorno prima del servizio. Al contempo, anche tra i commensali l'atmosfera è tutt'altro che idilliaca: tra i due anziani sposi, infatti, il rapporto sembra pressoché inesistente, al punto tale che tra gli invitati è presente anche l'amante di Salvatore Azzaro.
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