Espinosa viene consegnato alla giustizia e Andrea Linori, accecato dall'odio, tenta di uccidere Tano Cariddi, il quale riesce però a sfuggirgli e ad ucciderlo a sua volta grazie all'intervento della sorella psicolabile. Tano fugge in Africa per sottrarsi all'arresto e soprattutto alla vendetta della Cupola, ma prima di sparire di scena, con l'inconsapevole aiuto della sorella Maria, lascia una valigetta con una bomba da far esplodere alla stazione centrale di Palermo, attentato voluto e progettato dallo stesso Espinosa per intimidire lo Stato Italiano. Tano era stato costretto ad accettare l'ordine del faccendiere, ma quando la droga viene sequestrata e il progetto criminoso va a monte, al fine di evitare un'inutile strage manda la sorella proprio da Silvia con una sua lettera nella quale rivela dove si trova la bomba e in cui aggiunge che abbandonerà l'Italia. Prega inoltre la giudice di prendersi cura di Maria, la persona più importante della sua vita (l'unica che mi abbia amato senza secondi fini).
Memorabile la scena finale in cui Silvia, i poliziotti Quadri e Trevi che le fanno da scorta, Davide e suo figlio Stefano riescono a sventare quella che sarebbe divenuta una strage di innocenti in una emozionante corsa contro il tempo.
Memorabile la scena finale in cui Silvia, i poliziotti Quadri e Trevi che le fanno da scorta, Davide e suo figlio Stefano riescono a sventare quella che sarebbe divenuta una strage di innocenti in una emozionante corsa contro il tempo.
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