• 2 mesi fa
Trascrizione
00:00Il 16 settembre di due anni fa è cambiato un paradigma in Iran, ma in realtà è cambiato
00:09il paradigma in tutto il mondo. Il motto Donna Vita Libertà ha riempito le piazze internazionali
00:15e il quesito più grande che ci ha portato è qual è il livello di salute e di diritti
00:19delle donne. Noi abbiamo esistito, come si diceva giustamente poc'anzi, ormai un cambiamento
00:25che non può più tornare indietro a quello che è avvenuto in Iran. C'è una società,
00:29un'intera popolazione, come la definisce anche Narges Nomadi, premio Nobel per la Pace
00:342023, multilingua. Ci sono le etnie, le minoranze che con un'unica voce urlano
00:40Zanzendeghi Yazali, Donna Vita Libertà, perché si è capiti che non si può avere progresso,
00:46sviluppo, libertà e democrazia se non c'è al centro la libertà della donna. Ma il
00:51quesito è un altro e nel resto del mondo stiamo facendo un passo indietro sui diritti
00:56delle donne. In questi due anni quello che abbiamo assistito come movimento è stata
01:02la mancanza di un riconoscimento internazionale della lotta delle donne, iraniane come quella
01:09delle lotte afghane. Per molto tempo abbiamo considerato, ci siamo abituati a considerare
01:14che i diritti delle donne fossero diritti consuetudinari di una cultura e di un paese.
01:20E allora è così che abbiamo accettato che la Repubblica Teocratica dell'Iran entrasse
01:25a far parte della Commissione dei diritti delle donne nelle Nazioni Unite.

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