• 3 mesi fa
Il tuffo sotto gli occhi degli amici pronti a riprendere con il telefonino la bravata per postarla sui social. L’ultimo episodio all’altezza del ponte Kennedy a Lecco. Il ragazzino scavalca la ringhiera, poi il salto a diversi metri d’altezza, nel punto dove il Lario diventa Adda, l’acqua è poco profonda e le correnti sono forti. Non un caso isolato. Numerosi gli episodi segnalati anche lungo la strada provinciale 72 tra Lierna e Dervio, all’altezza della parete verticale del Moregallo, nelle vecchie gallerie dismesse di Parè, dai pali a lato dei pontili della navigazione. “Rischiano la vita per un like sui social”, l’amara denuncia di Alberto Guglielmo volontario e istruttore dell'Opsa, il servizio di idroambulanza della Croce rossa di Lecco-. Come soccorritori è nostro compito intervenire e aiutare, però purtroppo ci troviamo ad affrontare situazioni impensabili. I tuffi proibiti sembrano essere diventata una moda estremamente pericolosa”. A nulla servono i cartelli di divieto, mentre si moltiplicano gli incidenti sul ramo lecchese del lago di Como. Solo pochi giorni fa la morte di un uomo di 68 anni, di origini peruviane, inghiottito dal lago a Valbrona. Barbara Gerosa

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