La vicenda del poliziotto ucciso perché dava la caccia ai mafiosi
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NovitàTrascrizione
00:00Il commissario Beppe Montano aveva 34 anni, era il dirigente della sezione catturandi
00:08della squadra mobile di Palermo, era amico e stretto collaboratore del vicequestore Ninni
00:13Cassarà, era grigentino ma catanese per legami e frequentazioni, aveva diretto diverse operazioni
00:19che avevano portato agli arresti di molti boss mafiosi, era un abile cacciatore di latitanti,
00:24conosceva a mena dito le famiglie mafiose di Palermo, puntava dritto ai grandi capi
00:28mafia a partire dai greco senza tralasciare i corleonesi. Il 28 luglio del 1985, il giorno
00:34prima di andare in ferie, venne ucciso a colpi di pistola da un commando composto da Agostino
00:39Marino Mannoia, poi sparito col metodo della lupara bianca, fratello del collaboratore
00:44di giustizia e dai killer Pino Greco e Giuseppe Lucchese. Beppe Montano era con la fidanzata
00:49Porticello. Pochi giorni dopo l'omicidio, un testimone segnalò il modello e i primi
00:54numeri di targa dell'auto d'appoggio usata per l'agguato. Le indagini portarono a Salvatore
00:59Marino, un cacciatore di 25 anni proveniente da una famiglia di pescatori. Il giovane fu
01:04condotto in questura dove fu interrogato e sottoposto a torture. In fin di vita fu spostato
01:09da agenti il cui scopo era sapere che aveva sparato al loro capo. Il 6 agosto, pochi giorni
01:14dopo, l'agguato Anninica Sarà, in via Croce Rossa, era vicequestore, aveva 38 anni, lavorava
01:20in piena collaborazione con Beppe Montana, doveva essere con la moglie Laura Iacovoni
01:24a Porticello. Poche settimane prima, proprio con Beppe Montana, l'appuntamento con la morte
01:29fu solo rinviato. Con lui fu ucciso anche l'agente Roberto Antiochia, aveva 23 anni.