Cinquantasette giorni dopo i fatti di via Notarbartolo, le immagini viste in via D’Amelio sono diametralmente opposte. Il corteo del coordinamento 19 luglio, lo stesso del 23 maggio, è arrivato sano e salvo a destinazione senza alcun intoppo, annunciandosi alle già centinaia di presenti davanti al numero civico 21 al grido di «fuori la mafia dallo Stato», lo stesso timidamente arrivato ai piedi del palco montando sotto le fronde dell’Albero Falcone. Il così definito controcorteo - alternativo alla tradizionale fiaccolata della destra che si muoverà questa sera alle 20,00 - è partito simbolicamente dalla via Notarbartolo, «li dove ci hanno bloccato quasi due mesi fa - ha spiegato Jamil El Sadi, componente dell’associazione Our Voice e tra i leader della nuova anima antimafia sociale - commemoriamo una strage che è stata a tutti gli effetti di Stato parlando di diritti. Non vogliamo fare antimafia vuota». La spaccatura tra istituzioni e società civile è un tema che tiene il banco da mesi, acuito poi dai fatti del 23 maggio quando il coordinamento fu bloccato per evitare contatti con il palco, e anche oggi non si sono risparmiate battute tra le parti. Al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che questa mattina ha dichiarato «chi può contestare un governo che ha fatto tutto quello che andava fatto sul contratto alla criminalità organizzata? La mafia», El Sadi risponde che «un premier non può squalificare le critiche - dice - e la stampa che non ha potuto accedere alla caserma Lungaro fa vedere un distacco tra la critica e il governo, evitando giornalisti che possano fare domande. Il giornalismo quando si unisce alla società civile pungola la politica». Il corteo di circa mille persone procede e da via Notarbartolo attraversa via Libertà, via Tommaso Gargallo, via Rutelli, via Alessi per convogliare su via Autonomia Siciliana e infine via D’Amelio, accolto dagli applausi. In mezzo alle sigle sindacali e agli studenti anche l’ex sindaco Leoluca Orlando, che ha ricevuto una agenda rossa e si è poi unito alle altre autorità tra le quali Antonello Cracolici, presidente della Commissione antimafia regionale, Nuccio Di Paola capogruppo dei 5 Stelle all’Ars, Valentina Chinnici e la leader dei Dem Elly Schlein, che già questa mattina era andata in visita all’ulivo difronte il civico 21 e ha poi assistito al minuto di silenzio. Sul palco della via D’Amelio Salvatore Borsellino, fratello del giudice, che ha ribadito il suo attacco a Giorgia Meloni: «Mi chiedo come si concilia la sua discesa in politica, mossa dalla strage che ha colpito mio fratello - dice - con le parole del suo ministro (Carlo Nordio) sul reato di concorso esterno in associazione mafiosa, definito ‘’evanescente’’». La commemorazione si è poi conclusa con il minuto di silenzio, ricordando chi quel 19 luglio di 31 anni fa ha sacrificato la sua vita per la lotta alla mafia, il giudice Paolo Borsellino e i suoi 5 agenti di scorta Agostino catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Walter Eddie Cosina.
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