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(Adnkronos) - E' una letteratura scientifica in continua evoluzione quella che racconta le incredibili capacità di alcuni batteri del nostro intestino di migliorare, per esempio, il tempo di corsa nei maratoneti, o le potenti prestazioni fisiche negli atleti professionisti. Lo sport e il microbiota al centro della puntata di 'Fermenti, il segreto della vita', la rubrica online realizzata dall’immunologo Mauro Minelli sotto l’egida scientifica della Fondazione per la Medicina Personalizzata ed in collaborazione con AdnKronos salute. “Che le migliaia di miliardi di batteri rappresentativi del microbiota intestinale siano attori protagonisti di attività fondamentali per la vita dell’uomo, è un dato di fatto oramai ampiamente acquisito. Tra le molteplici funzioni che vengono loro attribuite, i microscopici ospiti dell’intestino umano concorrono a favorire lo smaltimento metabolico degli alimenti, a rendere biodisponibili tanti nutrienti, a rinforzare nella sua fisiologica funzione di ‘barriera’ la parete dell’intestino proteggendola dall'aggressione di agenti dannosi, a modulare le funzioni del sistema immunitario, a regolare i livelli redox. Grazie alla produzione di specifici mediatori in grado di agire sul sistema nervoso centrale, il microbiota intestinale partecipa pure, attraverso i canali sempre attivi dell’asse intestino-cervello, alla modulazione degli stati d'animo e dei comportamenti umani”, evidenzia Minelli.  “Come se ciò non bastasse, nuove ricerche mettono in risalto unostretto collegamento del microbiota intestinale perfino con lo sport e con le prestazioni atletiche in generale, per quanto non sia stato ancora ben chiarito se sia l’attività fisica a garantire la presenza di un microbiota efficiente, se sia un microbiota sano e bilanciato a rendere più efficaci le performances sportive o se, supportandosi vicendevolmente, siano valide entrambe le ipotesi - ricorda - Nel senso che se, da una parte, l’esercizio fisico metterebbe il microbiota intestinale nelle condizioni di migliorare il profilo metabolico e le risposte immunologiche dell’ospite, dall’altra l'adattamento all'esercizio fisico potrebbe essere influenzato dal microbiota intestinale individuale che regola l'equilibrio energetico e partecipa al controllo dello stato di idratazione e di complessivadetossificazione dell’organismo”.  “A queste conclusioni sembrano portare le indicazioni fornite da unasempre nuova letteratura scientifica che racconta, per esempio, di una più elevata abbondanza di batteri intestinali del genere Akkermansia negli atleti professionisti di rugby rispetto a soggetti sovrappeso o con problematiche metaboliche; ovvero di un aumento dell'abbondanza relativa, nei maratoneti postmarathon, di Veillonella atypica, un ceppo microbico in grado di migliorare il tempo di corsa attraverso la sua capacità di convertire l’acido lattico, abitualmente prodotto in corso di esercizio fisico, in acido propionico a sua volta in grado di migliorare, tra le altre, anche le prestazioni atletiche. Dunque, il microbiota come ‘organo endocrino’ attivo nei cambiamenti biochimici, metabolici e fisiologici dell’ospite, indispensabili per migliorare la disponibilità di energia e, conseguentemente, le performances complessive negli atleti di resistenza”, conclude Minelli.   

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