Centinaia di candidati si apprestano a dare il proprio contributo all’interno del Parlamento italiano. Ma qual è questo contributo, rispetto ai processi e alle leggi promosse dall’Unione Europea? Si stima che tra il 60 e il 70% degli atti e dei provvedimenti “made in Roma” attuino direttive o decisioni provenienti dagli organi Europei. Secondo la nostra Costituzione, i provvedimenti provenienti dagli organi europei sono considerati “fonti” di diritto superiore. Si posizionano in cima alla scala gerarchica delle fonti di diritto. Ci sono diverse tipologie di atti provenienti dall’UE, con diversi obblighi e libertà di implementazione. Ad esempio, una direttiva Europea, presenta un obiettivo comune, che può essere raggiunto da ogni Stato in modo diverso. In un certo senso, il lavoro del Parlamentare Europeo o dei membri della Commissione presenta, potenzialmente, più opportunità di incidere nell’ambito delle politiche pubbliche. Ma i parlamentari italiani hanno la grande responsabilità di validare il governo, scegliere le modalità di attuazione di alcuni provvedimenti europei e di poter incidere con provvedimenti ad hoc sul territorio italiano. Non è poco. Di Elisa Serafini
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