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Mediamente, in Italia, 1500 euro di stipendio costano al datore di lavoro 2.357 euro. Questa è la rappresentazione del cuneo fiscale, ovvero la differenza tra il costo del lavoro per il datore di lavoro e la retribuzione netta del lavoratore. Un tema che fa discutere soprattutto a livello politico. L’Italia presenta un livello di cuneo fiscale tra i più alti in Europa e nel mondo. Per fare qualche esempio, in Svizzera il cuneo fiscale è circa del 22 per cento, nel Regno Unito è il 30. In Spagna è il 39. L’Italia si posiziona vicino a Francia e Belgio con una media del 44 per cento, che però non considera il resto della pressione fiscale. Non c’è da stupirsi che alcuni partiti chiedano di abbassarlo. Ma il problema è che è molto complesso coprire i costi di un eventuale abbassamento. il cuneo fiscale, infatti, copre anche i costi di pensione e tutele per i lavoratori. Che rappresentano una grossa fetta delle spese dello Stato. Il tema però riguarda tutti i cittadini attivi, lavoratori dipendenti, imprenditori e liberi professionisti. Con la crisi demografica, la crisi economica e l’innalzamento dei costi, abbassare il cuneo fiscale non sarà semplice, ma è un obiettivo dell’Agenda Draghi. Dal 25 settembre sapremo se questo sarà priorità o meno del prossimo governo.

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