"Siamo arrivati al Teatro antico di Segesta per un sopralluogo ed è successa una cosa meravigliosa: lui, Antonio Gargiulo il “nostro” van Gogh, sopraffatto dall’emozione del contatto visivo e fisico con lo spazio scenico e il paesaggio intorno ad abbracciarlo, ha iniziato improvvisamente a recitare”. Lo racconta Paola Veneto, regista di “Vincent van Gogh. La discesa infinita”, spettacolo che, rinnovato nelle scene e nei costumi firmati da Paola Lo Sciuto, debutta in prima nazionale il 29 e il 30 al Teatro Antico di Segesta.
“Antonio – continua la regista – che tra l’altro ha una somiglianza impressionante con van Gogh, è partito in quarta e, davanti al pubblico dei visitatori, ha improvvisato una delle scene centrali, una delle più toccanti della performance. La gente ha cominciato ad ascoltarlo, attonita, altri facevano foto e video. È stato come arrivare “al cuore della gente, al cuore delle cose” come scriveva van Gogh nelle lettere al fratello. Istanti di pura bellezza in uno dei luoghi magici della Sicilia, come lo sono i teatri di pietra, immersi nella natura. Spazi dove l’arte si sublima nel paesaggio, e viceversa”.
“Antonio – continua la regista – che tra l’altro ha una somiglianza impressionante con van Gogh, è partito in quarta e, davanti al pubblico dei visitatori, ha improvvisato una delle scene centrali, una delle più toccanti della performance. La gente ha cominciato ad ascoltarlo, attonita, altri facevano foto e video. È stato come arrivare “al cuore della gente, al cuore delle cose” come scriveva van Gogh nelle lettere al fratello. Istanti di pura bellezza in uno dei luoghi magici della Sicilia, come lo sono i teatri di pietra, immersi nella natura. Spazi dove l’arte si sublima nel paesaggio, e viceversa”.
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