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Oronzo Canà è un mediocre allenatore di calcio pugliese, con diverse esperienze in società di Serie B come Cavese, Foggia, Parma, Pescara e Sambenedettese. Il grande desiderio di Canà è di riuscire ad allenare in Serie A prima di ritirarsi, ed il suo idolo è Nils Liedholm, del quale imita la postura e l'espressione ed ammira la freddezza, la flemma e le capacità tattiche. La grande occasione arriva quando il Commendator Borlotti, presidente della Società Sportiva Longobarda, lo ingaggia per guidare la sua squadra, neopromossa nella massima serie.

Dopo la presentazione alla stampa del nuovo allenatore e le promesse di una grande campagna acquisti, il presidente e il nuovo allenatore Canà si recano a Milanofiori, dove hanno luogo le contrattazioni del calciomercato. Il presidente promette l'acquisto di grandi giocatori, ma alla fine non riesce ad ingaggiarne nessuno, ed anzi vende i due calciatori più promettenti della Longobarda, Falchetti e Mengoni, alla Juventus. Il tecnico Canà, nonostante la strampalata campagna acquisti, tenta in tutti i modi di mettersi in mostra nel grande palcoscenico della Serie A e, con il benestare del presidente, vola in Brasile accompagnato dall'improbabile osservatore Andrea Bergonzoni, alla ricerca di un nuovo talento per la sua Longobarda.

Giunti a Rio de Janeiro, Bergonzoni si mette in contatto con il socio Giginho. I due tentano inizialmente di imbrogliare Canà promettendogli l'ingaggio di alcuni fuoriclasse verdeoro: prima tentano di agganciare Éder, poi, ottenuto con una scusa l'autografo di Júnior, preparano un finto contratto, però Canà si accorge della truffa, infuriandosi. I due mediatori, a questo punto, tentano di agganciare Sócrates, confidando di poterlo intercettare in un ospedale, essendo il giocatore anche un medico, e fanno fingere a Canà un'appendicite perforata, ma il giocatore brasiliano è un ortopedico, mentre il chirurgo gastrico con il quale Canà si ritrova ad avere a che fare è soltanto un suo omonimo.

Canà finisce per essere veramente operato di appendicite e, quando si è ormai rassegnato a dover tornare in Italia a mani vuote, alla fine Giginho gli presenta Aristoteles, un giovane che gioca come attaccante in un piccolo campetto nel quartiere Maracanã, con il quale l'allenatore tornerà in Italia. Alla prima di campionato la Longobarda affronta la Roma: dopo aver segnato il primo gol, perde cinque a uno.

L'inizio di campionato è un disastro: la squadra di Canà perde anche con il Verona e la Cremonese e dopo sette partite ha totalizzato soltanto 3 punti. Canà sembra condannato all'esonero, ma il presidente Borlotti gli rinnova inaspettatamente la fiducia. Canà porta la squadra in ritiro, dove emergono i problemi di adattamento del brasiliano Aristoteles, in quanto tutti i compagni di squadra non lo sopportano e lo discriminano.

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