https://www.pupia.tv - È scattata nella notte ad Andria e Taranto l’esecuzione di 4 ordinanze di custodia cautelare (di cui 2 in carcere e 2 agli arresti domiciliari) emesse dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari nel corso delle indagini relative agli efferati omicidi della scorsa estate di Vito Griner e Vito Capogna.
I destinatari delle misure, Cristina Capogna, 31 anni, Giulio Salamini, 41, Vito Davide D'Avanzi, 31, e Nicola Santovito, 27, sono tutti ritenuti colpevoli, in concorso tra loro, di aver detenuto armi anche da guerra, che avrebbero dovuto essere utilizzate in un futuro progetto armato di vendetta.
L’operazione segue i precedenti arresti a carico dei fratelli Pietro e Valerio Capogna, lo scorso febbraio. I due, dopo l’uccisione del padre Vito, si stavano organizzando per una nuova azione di fuoco. Cristina Capogna aveva assunto le redini della situazione familiare, forte anche della sua apparente estraneità a tutti i fatti, proponendosi di “sistemare” personalmente la faccenda con un’azione di fuoco contro i cosiddetti 'anziani dai capelli bianchi', che nulla avevano fatto per bilanciare l’uccisione di Vito Capogna, suggerendo addirittura le modalità di attuazione.
E’ in questa sfera che si inseriscono le altre figure di Salamini, D'Avanzo e Santovito: il primo reclutato direttamente da Pietro Capogna in qualità di killer, ma mai intervenuto grazie a numerose azioni dei militari, il secondo ed il terzo pedine di supporto al progetto criminoso che fornivano copertura armata alla “famiglia” in città. (12.06.20)
I destinatari delle misure, Cristina Capogna, 31 anni, Giulio Salamini, 41, Vito Davide D'Avanzi, 31, e Nicola Santovito, 27, sono tutti ritenuti colpevoli, in concorso tra loro, di aver detenuto armi anche da guerra, che avrebbero dovuto essere utilizzate in un futuro progetto armato di vendetta.
L’operazione segue i precedenti arresti a carico dei fratelli Pietro e Valerio Capogna, lo scorso febbraio. I due, dopo l’uccisione del padre Vito, si stavano organizzando per una nuova azione di fuoco. Cristina Capogna aveva assunto le redini della situazione familiare, forte anche della sua apparente estraneità a tutti i fatti, proponendosi di “sistemare” personalmente la faccenda con un’azione di fuoco contro i cosiddetti 'anziani dai capelli bianchi', che nulla avevano fatto per bilanciare l’uccisione di Vito Capogna, suggerendo addirittura le modalità di attuazione.
E’ in questa sfera che si inseriscono le altre figure di Salamini, D'Avanzo e Santovito: il primo reclutato direttamente da Pietro Capogna in qualità di killer, ma mai intervenuto grazie a numerose azioni dei militari, il secondo ed il terzo pedine di supporto al progetto criminoso che fornivano copertura armata alla “famiglia” in città. (12.06.20)
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