Sono migliaia e per il settimo giorno consecutivo sono in piazza a Bucarest e in altre città della Romania per chiedere le dimissioni del governo e nuove elezioni anticipate. Una mobilitazione senza precedenti dalla caduta del regime comunista di Ceaușescu e che non intende fermarsi, nonostante il governo abbia ritirato il contestato decreto “salva-corrotti” che depenalizzava l’abuso d’ufficio e altri reati di corruzione. Il premier Grindeanu, al potere da circa un mese, non vuole lasciare
“Ho detto che avrei lasciato passare due giorni – uno per discutere il bilancio e l’altro per il voto di sfiducia. È normale che il ministro della giustizia assista ai colloqui sul voto, poi tra mercoledì e giovedì o sarà lui a prendere una decisione o sarò io”, ha dichiarato Florin Iordache.
La prima testa a cadere potrebbe essere quella del ministro della giustizia Florin Iordache, ritenuto responsabile di non aver spiegato bene il contenuto del controverso decreto “salva-corrotti”. Mercoledì si vota in parlamento la mozione di sfiducia al governo che può farsi forte di una solida maggioranza. Intanto la protesta continua.
“Ho detto che avrei lasciato passare due giorni – uno per discutere il bilancio e l’altro per il voto di sfiducia. È normale che il ministro della giustizia assista ai colloqui sul voto, poi tra mercoledì e giovedì o sarà lui a prendere una decisione o sarò io”, ha dichiarato Florin Iordache.
La prima testa a cadere potrebbe essere quella del ministro della giustizia Florin Iordache, ritenuto responsabile di non aver spiegato bene il contenuto del controverso decreto “salva-corrotti”. Mercoledì si vota in parlamento la mozione di sfiducia al governo che può farsi forte di una solida maggioranza. Intanto la protesta continua.
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