La Russia ha interrotto i raìd aerei su Aleppo. La decisione a sorpresa di Mosca anticipa di due giorni la tregua di otto ore pervista per giovedì 20 ottobre, proprio per permettere l’attuazione dei sei corridori umanitari che serviranno all’evacuazione dei civili, degli ammalati e dei feriti.
Ma l’obiettivo del Cremlino è anche che i miliziani lascino la città senza incontrare ostacoli.
“Facciamo appello – ha detto il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu – ai leader dei Paesi che possono usare la propria influenza sui gruppi armati presenti nella parte orientale di Aleppo, perché convincano i loro comandanti a interrompere le azioni militari e a lasciare la città”.
Così il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha spiegato la decisione di Mosca: ““Questo è un gesto di buona volontà, sperando che questa interruzione possa finalmente essere usata per separare i gruppi armati sostenuti ed equipaggiati da Stati Uniti, da alcuni Paesi europei, da Paesi della regione e da Jabhkat an-Nusra e altri gruppi simili”.
I ribelli siriani hanno però già fatto sapere di rifiutare qualsiasi ipotesi di ritiro e promettono di combattere Bashar al Assad fino alla sua caduta.
Seconda città della Siria, dal 2012 Aleppo è divisa in due: i quartieri orientali sono nelle mani dei ribelli, mentre quelli occidentali sono controllati dal regime di Damasco. Da settembre le 250 mila persone che vivono nella zona est subiscono i bombardamenti congiunti del governo siriano e dei suoi alleati russi.
Ma l’obiettivo del Cremlino è anche che i miliziani lascino la città senza incontrare ostacoli.
“Facciamo appello – ha detto il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu – ai leader dei Paesi che possono usare la propria influenza sui gruppi armati presenti nella parte orientale di Aleppo, perché convincano i loro comandanti a interrompere le azioni militari e a lasciare la città”.
Così il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha spiegato la decisione di Mosca: ““Questo è un gesto di buona volontà, sperando che questa interruzione possa finalmente essere usata per separare i gruppi armati sostenuti ed equipaggiati da Stati Uniti, da alcuni Paesi europei, da Paesi della regione e da Jabhkat an-Nusra e altri gruppi simili”.
I ribelli siriani hanno però già fatto sapere di rifiutare qualsiasi ipotesi di ritiro e promettono di combattere Bashar al Assad fino alla sua caduta.
Seconda città della Siria, dal 2012 Aleppo è divisa in due: i quartieri orientali sono nelle mani dei ribelli, mentre quelli occidentali sono controllati dal regime di Damasco. Da settembre le 250 mila persone che vivono nella zona est subiscono i bombardamenti congiunti del governo siriano e dei suoi alleati russi.
Category
🗞
Novità