http://www.pupia.tv - Caserta - Tre gruppi, due capeggiati da donne, che facevano parte di una rete criminale smantellata giovedì mattina dai carabinieri della compagnia di Caserta con l’esecuzione di sei ordinanze di custodia cautelare.
Gli indagati (Alberto Francesco Spaziante, 41 anni; Maurizio Cappa, 39; Fabrizio Iucchitto, 35; Alberto Cecere, 43; Rosa Zampella, 24; Maria Piccirillo, 49) sono accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsioni, traffico e spaccio di droga.
Il gruppo che si occupava delle estorsioni capillari a commercianti e imprenditori a Caserta era guidato dalla moglie di Giovanni Capone, arrestato nel 2012; con lei, in manette, oggi anche il factotum del boss.
Capone era, per il gli inquirenti, il referente nel capoluogo casertano del clan dei Belforte, gli altri due gruppi si occupavano di traffico e spaccio di droga, 'importando' cocaina dai trafficanti del parco verde a Caivano, e trasformandola in crack, stupefacente di cui rifornivano le piazze di spaccio di due rioni di Caserta: Parco dei Fiori e Rione Vanvitelli.
Uno di questi gruppi era gestito da una donna, che ne aveva 'ereditato' il comando dal convivente, anche lui già detenuto per reati di droga.
Capone e i suoi familiari si sarebbero resi responsabili di una serie di richieste estorsive ai danni di commercianti del capoluogo. Le richieste di “pizzo” formulate a titolari di esercizi commerciali, che hanno denunciato gli episodi di cui erano stati vittime, venivano formulate in cambio di una ipotetica protezione concessa loro.
Le indagini degli uomini dell’Arma, al comando del capitano Silvia Gobbini, abbracciano un arco temporale che va dal 2012 al 2013. Durante le indagini sequestrati anche un appartamento, denaro contante per duemila euro e 900 grammi di droga di vario genere. (18.02.16)
Gli indagati (Alberto Francesco Spaziante, 41 anni; Maurizio Cappa, 39; Fabrizio Iucchitto, 35; Alberto Cecere, 43; Rosa Zampella, 24; Maria Piccirillo, 49) sono accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsioni, traffico e spaccio di droga.
Il gruppo che si occupava delle estorsioni capillari a commercianti e imprenditori a Caserta era guidato dalla moglie di Giovanni Capone, arrestato nel 2012; con lei, in manette, oggi anche il factotum del boss.
Capone era, per il gli inquirenti, il referente nel capoluogo casertano del clan dei Belforte, gli altri due gruppi si occupavano di traffico e spaccio di droga, 'importando' cocaina dai trafficanti del parco verde a Caivano, e trasformandola in crack, stupefacente di cui rifornivano le piazze di spaccio di due rioni di Caserta: Parco dei Fiori e Rione Vanvitelli.
Uno di questi gruppi era gestito da una donna, che ne aveva 'ereditato' il comando dal convivente, anche lui già detenuto per reati di droga.
Capone e i suoi familiari si sarebbero resi responsabili di una serie di richieste estorsive ai danni di commercianti del capoluogo. Le richieste di “pizzo” formulate a titolari di esercizi commerciali, che hanno denunciato gli episodi di cui erano stati vittime, venivano formulate in cambio di una ipotetica protezione concessa loro.
Le indagini degli uomini dell’Arma, al comando del capitano Silvia Gobbini, abbracciano un arco temporale che va dal 2012 al 2013. Durante le indagini sequestrati anche un appartamento, denaro contante per duemila euro e 900 grammi di droga di vario genere. (18.02.16)
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