Cannes: "Son of Saul" dell' ungherese László Nemes

  • 9 anni fa
Rientrare nella selezione dei film in concorso a Cannes è un traguardo ma per un’opera prima è molto raro. “Son of Saul”, dell’ ungherese László Nemes, ha impressionato sulla Croisette. Un film potentissimo. I critici si sono sforzati di trovare le parole adeguate per descriverlo. Il tema è un aspetto poco noto della Shoah: i Sonderkommando costituiti nei lager da ebrei schiavizzati che si occupavano di condurre gli altri ebrei nelle camere a gas per poi rimuoverne i cadaveri. Un film crudo senza concessioni che segue il personaggio Saul, uno di coloro che facevano parte dei Sonderkommando.

La violenza è presente dappertutto ma non la si vede mai. La si indovina, la si percepisce leggendola negli sguardi degli attori. Era l’obiettivo di Nemes, farla capire senza mostrarla attraverso la storia di quest’uomo, Saul, che, trovato il corpo di suo figlio, decide di riservargli una sepoltura umana.

Il successo del film riposa nell’impeccabile interpretazione Geza Röhrig, uno straordi

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