Malala Yousafszay e Kailash Satyarthi salutano la folla a Oslo dopo aver ricevuto il premio Nobel: la ragazza, sopravvissuta due anni fa a un attentato, è la più giovane vincitrice di premio Nobel. Ha diciassette anni ed è pakistana.
È invece indiano Kailash Satyarthi, sessantenne militante per i diritti dell’infanzia, protagonista in particolare nella lotta contro il lavoro minorile, co-vincitore del Nobel. I due hanno voluto vedere il premio anche come un invito alla pace tra i rispettivi Paesi.
In Pakistan, a Karachi, c‘è una scuola intestata a Malala, un Liceo: “Siamo felici che Malala abbia ricevuto il premio Nobel – dice una studentessa -: il nemico non voleva che studiasse. Ha affrontato il nemico ed è andata avanti, e ha dato fama alla nostra scuola e al nostro Paese”.
“Nessuno conosceva Malala Yousafzai sei anni fa, ora è conosciuta ovunque nel mondo e ogni ragazza vorrebbe essere come Malala”, dice un’insegnante.
Sei anni fa, Malala gestiva un blog nel quale denunciava il regime dei taleban e la loro ostilità all’educazione femminile. Quattro anni dopo le spararono alla testa, fu operata nel Regno Unito e riuscì miracolosamente a riprendersi.
“Lotterò fino a quando anche l’ultimo bambino nel mondo riceverà l’istruzione”, dice oggi la ragazza. Che qualche anno fa inaugurò la scuola di Karachi.
È invece indiano Kailash Satyarthi, sessantenne militante per i diritti dell’infanzia, protagonista in particolare nella lotta contro il lavoro minorile, co-vincitore del Nobel. I due hanno voluto vedere il premio anche come un invito alla pace tra i rispettivi Paesi.
In Pakistan, a Karachi, c‘è una scuola intestata a Malala, un Liceo: “Siamo felici che Malala abbia ricevuto il premio Nobel – dice una studentessa -: il nemico non voleva che studiasse. Ha affrontato il nemico ed è andata avanti, e ha dato fama alla nostra scuola e al nostro Paese”.
“Nessuno conosceva Malala Yousafzai sei anni fa, ora è conosciuta ovunque nel mondo e ogni ragazza vorrebbe essere come Malala”, dice un’insegnante.
Sei anni fa, Malala gestiva un blog nel quale denunciava il regime dei taleban e la loro ostilità all’educazione femminile. Quattro anni dopo le spararono alla testa, fu operata nel Regno Unito e riuscì miracolosamente a riprendersi.
“Lotterò fino a quando anche l’ultimo bambino nel mondo riceverà l’istruzione”, dice oggi la ragazza. Che qualche anno fa inaugurò la scuola di Karachi.
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