Serbia-Albania: il calcio come terreno di scontro etnico e politico

  • 10 anni fa
Non si poteva immaginare premessa peggiore per la visita del Premier albanese a Belgrado la settimana prossima, la prima da quasi 70 anni.

La partita Serbia-Albania a Belgrado finisce in rissa dopo l’apparizione di una bandiera della Grande Albania calata sul campo, Deus ex-machina, da un drone.

Secondo la stampa serba Olsi Rama, fratello del Premier albanese Edi, sarebbe stato arrestato per quello che i serbi considerano un oltraggio.

“È una vergogna da parte albanese” dice un tifoso serbo. “Il fratello del Premir Edi Rama non avrebbe dovuto fare una cosa del genere. Qui si trattava di sport, non di politica”.

Sospesa al quarantesimo minuto e poi definitivamente annullata la partita si è trasformata in uno scambio di accuse su base politico-nazionalista.

“Hanno mostrato la loro vera natura, quel che sono storicamente: una nazione criminale. Questa era una partita di calcio, l’hanno trasformata in un campo di battaglia” dice un tifoso albanese a Pristina, in Kosovo.

Che l’incontro di qualificazione per gli Europei 2016 fosse sensibile era evidente, l’accesso allo stadio era vietato alla tifoseria albanese. Ora è difficile immaginare le condizioni della visita di Stato prevista il 20 ottobre e ancora di più prevedere la partita di ritorno per la quale gli albanesi promettono vendetta.