• 10 anni fa
Anziché chiarirsi il mistero dell’aereo scomparso della Malaysian Airlines continua a infittirsi sempre di più.

Smentita l’ipotesi dei detriti che sarebbero stati trovati in mare da alcune squadre di ricerca. Gli inquirenti hanno ad esempio negato che qualcosa di simile a un canotto di salvataggio, che avrebbe potuto essere parte dell’aereo, e che è stato ritrovato in mare, provenisse davvero dall’aeromobile.

Ma un aereo non può scomparire nel nulla, a meno che non esploda in volo. In questo caso i detriti si sparpagliano in mare su di una superficie molto vasta.

In queste condizioni ritrovare le due scatole nere che registrano tutti i dati di bordo e le conversazioni in cabina di pilotaggio è davvero quasi impossibile.

A suffragare l’ipotesi dell’attentato stavolta però, sono i servizi segreti di Taiwan. Parrebbe che il 5 marzo siano stati allertati di un possibile attentato terroristico contro l’aeroporto di Pechino.

“Non escludiamo nulla”, dice una responsabile, “non possiamo fare congetture ma non possiamo nemmeno escludere nulla. A tempo debito daremo un giudizio. È stata lanciata una minaccia contro l’aeroporto di Pechino e noi dobbiamo verificare la cosa”.

Ad avvalorare l’ipotesi di un attentato terrorista, anche il fatto che i due passeggeri che avevano passaporti risultati rubati, avessero acquistato due biglietti di sola andata. Come se, una volta a bordo dell’aereo, i due uomini non pensassero né di atterrare in Cina dove avrebbero potuto essere smascherati ai controlli di sicurezza, né di tornare indietro.

di Alberto de Filippis

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