Cuba e la sua ''revoluciòn'' economica

  • 10 anni fa
La rivoluzione cubana al tempo dei videogiochi in 3D. Fidel Castro ed Ernesto Che Guevara: così i giovani rivivono oggi a Cuba le gesta degli eroi che hanno combattuto contro la dittatura di Fulgencio Batista. La Repubblica socialista ha celebrato il 55esimo anniversario della rivoluzione castrista, la più importante in America Latina nel corso del Novecento, dopo quella messicana. Era, infatti, il primo gennaio del 1959 quando l’Avana è insorta costringendo Batista alla fuga. Il cuore delle celebrazioni è stato Santiago de Cuba. Raul Castro, fratello del lider maximo e riconfermato nel 2013 per un secondo mandato come presidente del Consiglio di Stato, nel suo discorso ha sottolineato lo spirito della rivoluzione nel cambiamento: “Il programma della rivoluzione cubana continua attraverso un aggiornamento ogni cinque anni, per corrispondere ai reali interessi del popolo, allo sviluppo e all’approfondimento della nostra democrazia sociale e per correggere gli eventuali errori in modo tempestivo.”

Cuba a due velocità: da una parte ha avviato riforme verso l’economia liberista, in linea col mercato, dall’altra vuole restare ben ancorata ai valori della sua storia. Si raccolgono, intanto, i primi frutti delle misure introdotte: 440 mila sono gli imprenditori che lavorano in proprio a tre anni dall’autorizzazione dell’attività economica privata. La liberalizzazione interessa anche il mercato delle auto, con l’abolizione del precedente sistema di permessi. Il prezzo dei veicoli sarà fissato dalle leggi della domanda e dell’offerta con il progressivo rinnovamento del parco auto. ‘‘È bello poter acquistare le automobili senza bisogno di un permesso, si modernizza il sistema. In tutta onestà, queste vetture stanno cadendo a pezzi. Lavoriamo come tassisti con automobili davvero in pessimo stato,” dice Rolando de la Vega.

Cuba cambia, ma non troppo. Il governo ha vietato di vendere capi d’abbigliamento importati a prezzi inferiori rispetto a quelli prodotti all’interno del Paese, secondo il principio di concorrenza sleale. Un vero e proprio giro di vite nei confronti dei banchi all’aperto. “Dobbiamo capire cosa fare. Dobbiamo trovare un altro lavoro, non possiamo restare senza. Pensavamo che questo sistema sarebbe cambiato, che il governo ci avrebbe dato delle licenze per commerciare in valuta estera ma non è stato fatto nulla,” dice Yordany Diaz che vende pantaloni.

La prossima sfida del governo è l’abolizione del sistema di doppia moneta esistente nel paese. Un’altra barriera da abbattere verso l’uguaglianza tra i cittadini nella Cuba delle contraddizioni dove le differenze sociali sono diventate sempre più aspre.

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