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MASTINO NAPOLETANO : IL MOLOSSO ITALIANO DA GUARDIA

Il Mastino Napoletano è un cane da guardia e da deterrenza.
Questo non significa che si può prendere un cane “solo” per queste funzioni: con sufficiente tempo a disposizione, chiunque può superare anche il sistema di allarme migliore, figuriamoci un cane.
Chi desidera solo un “apparato antiintrusione”, dovrebbe installare un sistema di allarme, con meno rischi sia per il proprietario che per un eventuale cane.

Ma ricordare che il Mastino Napoletano è un cane da guardia serve per creare un rapporto migliore fra cane e proprietario, un rapporto che sia di reciproca soddisfazione.

Tenendo presente che ogni singolo soggetto ha un suo peculiare carattere, un cane da guardia ha caratteristiche ben precise, che non sono da confondere con le caratteristiche proprie di un cane da difesa.
Non bisogna confondere nemmeno la difesa con la protezione che un mastino mette in atto nei confronti del proprietario quando,ad esempio, si passeggia con il guinzaglio o quando si avvicina un estraneo.
Il mastino, proprio perchè è un cane selezionato per la guardia, non ama gli estranei ed è proprio questa caratteristica che fa si che il cane non lasci avvicinare volentieri nessuno: non un istinto alla difesa, ma una logica conseguenza dell’istinto alla guardia.

Chi desidera avere un mastino napoletano con cui andare a passeggio, dovrà quindi socializzarlo il più possibile in modo da “smorzare” la sua istintiva diffidenza agli estranei. Ovviamente questa “chiusura” farà si che anche l’istinto alla guardia venga parimenti smorzato.
Non si può avere un mastino che sia un grande guardiano e che sia, allo stesso tempo, socievole con tutti.
Per contro, non serve nemmeno stimolarlo sbattacchiando oggetti contro un cancello: se un cane da guardia ha bisogno di un gran fracasso per accorgersi dell’intruso.. non è un gran cane da guardia, anche perché ben difficilmente chi vuole intrufolarsi di soppiatto in una casa si fa precedere da suon di trombe e fanfare.

Il Mastino Napoletano non è quello che viene definito un “cane da difesa”, ma è un cane da guardia puro.
Un cane da guardia ed un cane da difesa hanno alcune caratteristiche non compatibili tra di loro, prima e fondamentale fra tutte la grande addestrabilità necessaria ad un cane da difesa.
La “addestrabilità” non è la capacità di ogni cane correttamente educato di rispondere ai comendi del proprietario: tutti i cani sono “addestrabili” in questo senso, anche se più corretto sarebbe dire “educabili”.
La “addestrabilità” è una caratteristica istintiva del cane, rilevabile dalle 6 alle 8 settimane di vita.
Una alta addestrabilità indica una naturale predisposizione a riconoscere nell’uomo un “pari”: il cucciolo di poche settimane si avvicina all’estraneo che lo chiama e segue l’estraneo che si allontana, riconoscendo istintivamente all’uomo il ruolo di “cane adulto”. Un cane da difesa ha una alta addestrabilità perchè istintivamente si fida dell’uomo, istintivamente lo considera parte del suo branco.
Un cane da guardia, invece, non ha affatto una alta attrazione sociale verso l’uomo, nè tanto meno l’istinto a seguire l’estraneo. Se questo lo rende bravo come guardiano, lo rende anche, di fatto, poco addestrabile.
Avrà invece innato un istinto alla guardia, capacità che o c’è o non c’è e che non si può in alcun modo insegnare.

Un cane da guardia, al contrario di un cane più spiccatamente portato alla difesa, non ha bisogno di un legame forte con il suo leader umano per avere una forte motivazione a compiere il suo lavoro: è fortemente territoriale ed è il forte legame con il suo territorio a motivarlo.
Un cane da guardia ha una tempra molto elevata ed una combattività scarsa, che non lo porta mai, specialmente se solo e quindi in condizione di inferiorità, a cercare volutamente lo scontro, cosa che sarebbe controproducente proprio ai fini della funzione per cui è stato selezionato.
Ha un istinto predatorio ed una curiosità minime, caratteristiche che sono state disincentivate nel corso della storia, sia per proteggere il territorio anche in assenza dell’uomo, sia per limitare l’istinto di allontanamento e che lo rendono, di fatto, un cane scarsamente attivo, in grado di restare “in attesa” per molte ore, senza sentire il bisogno di trovare altre attività che non siano quella di controllare la presenza di elementi estranei nel suo territorio.
Un cane da guardia non si “annoia” e non si stressa a fare la guardia: sta facendo quello che il suo istinto gli dice di fare e questo è per lui appagante.
Questo non vuol dire, ovviamente, che non si deve interagire con lui, anzi: se non si vuole che il cane da guardia faccia la guardia al “suo” territorio anche contro di noi, bisognerà adoperarsi per stabilire sin da subito un legame.
Non si può “mettere” un cane da guardia in cortile e dimenticarselo: finirebbe per inibire l’accesso anche a noi.

morena
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