Ruoppolo Teleacras - "Faccio quello che minchia voglio"
Il servizio di Angelo Ruoppolo ( http://www.facebook.com/pages/Angelo-Ruoppolo/40129859538?ref=search ) Teleacras Agrigento dell' 8 settembre 2011. Eclatanti intercettazioni ambientali di Massimo Ciancimino. Il testimone di giustizia si vanta di scorazzare tra gli uffici della Procura di Palermo e di strumentalizzare le scorte.
Ecco il testo :
Chissa' che penseranno adesso tra gli Uffici della Procura di Palermo. Si' perche' i magistrati hanno ascoltato le intercettazioni di Massimo Ciancimino, e lui si vanta cosi' : "negli uffici della Procura di Palermo io faccio quel che mi... voglio". Il figlio di don Vito ovviamente parla ignorando di essere intercettato, e lo intercettano accidentalmente. Infatti, la procura di Reggio Calabria registra Girolamo Strangi, un commercialista indagato perche' sospettato di contiguita' alla 'ndrangheta. Ed inseguendo un piccione con una fava, gli investigatori ne hanno catturato anche un altro. Le intercettazioni risalgono al 16 novembre ed al 1 dicembre 2010. Strangi parla con Ciancimino di fatture false e di 170 mila euro in contanti, da trasportare a Bologna o a Parigi. E Ciancimino propone di occuparsene lui : "Ti fidi a fare tutto quel percorso in macchina, con i soldi ? Io non ho problemi, che sono con scorte e cose che io passo ovunque. Io ci ho una specie di squadra di calcetto dietro". E non solo : Massimo Ciancimino racconta a Strangi di scorazzare liberamente tra gli uffici della procura di Palermo. E che dai computer entra nella banca dati del ministero degli Interni. Le sue parole : "Negli uffici di Antonio Ingroia, il procuratore aggiunto, tu digiti un nome e gli puoi fare vita, morte e miracoli. Una sera c'e' stata una riunione alla direzione distrettuale antimafia. Allora mi hanno lasciato nella stanza chiusa per non farmi vedere dai giornalisti. E io sono stato al computer di Ingroia. Poi Ingroia e' rientrato, mi ha visto al computer e mi ha detto : Lei e' bastar.... Capisci, mica mi nascondo, io faccio quello che mi... voglio la' dentro, peggio per loro che mi lasciano la'. L'altra volta mi sono andato a vedere un file dove c'erano le barche da sequestrare...".
Ecco il testo :
Chissa' che penseranno adesso tra gli Uffici della Procura di Palermo. Si' perche' i magistrati hanno ascoltato le intercettazioni di Massimo Ciancimino, e lui si vanta cosi' : "negli uffici della Procura di Palermo io faccio quel che mi... voglio". Il figlio di don Vito ovviamente parla ignorando di essere intercettato, e lo intercettano accidentalmente. Infatti, la procura di Reggio Calabria registra Girolamo Strangi, un commercialista indagato perche' sospettato di contiguita' alla 'ndrangheta. Ed inseguendo un piccione con una fava, gli investigatori ne hanno catturato anche un altro. Le intercettazioni risalgono al 16 novembre ed al 1 dicembre 2010. Strangi parla con Ciancimino di fatture false e di 170 mila euro in contanti, da trasportare a Bologna o a Parigi. E Ciancimino propone di occuparsene lui : "Ti fidi a fare tutto quel percorso in macchina, con i soldi ? Io non ho problemi, che sono con scorte e cose che io passo ovunque. Io ci ho una specie di squadra di calcetto dietro". E non solo : Massimo Ciancimino racconta a Strangi di scorazzare liberamente tra gli uffici della procura di Palermo. E che dai computer entra nella banca dati del ministero degli Interni. Le sue parole : "Negli uffici di Antonio Ingroia, il procuratore aggiunto, tu digiti un nome e gli puoi fare vita, morte e miracoli. Una sera c'e' stata una riunione alla direzione distrettuale antimafia. Allora mi hanno lasciato nella stanza chiusa per non farmi vedere dai giornalisti. E io sono stato al computer di Ingroia. Poi Ingroia e' rientrato, mi ha visto al computer e mi ha detto : Lei e' bastar.... Capisci, mica mi nascondo, io faccio quello che mi... voglio la' dentro, peggio per loro che mi lasciano la'. L'altra volta mi sono andato a vedere un file dove c'erano le barche da sequestrare...".
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