• mese scorso
Trascrizione
00:00Perfetto. Ma io adesso è davvero con grande gioia che vado a presentarvi la prossima ospite.
00:06Lei è una scrittrice internazionale, ha portato il nome dell'Italia davvero nelle principali librerie, teatri, luoghi pubblici in giro per il mondo con i suoi grandi successi.
00:20È una bolognese, possiamo dire, non di nascita ma d'adozione sì. È una cittadina bolognese a tutti gli effetti.
00:27E allora le chiedo di raggiungermi sul palco, è Silvia Avallone. Fatele un grande applauso.
00:42Grazie Agnese Pini, sei una direttrice straordinaria. Grazie a Bologna che mi ha accolta, che mi ha fatto studiare.
00:52Ci tengo subito a dirlo, a ringraziare Ergo, a ringraziare la Regione. Mi hanno dato il diritto allo studio vero, posto alloggio, borsa di studio. Mi sono laureata e qui ho realizzato tutti i miei sogni.
01:04Grazie Bologna. Vi leggo un breve stralcio di un dialogo tra una giovane detenuta minorenne dell'istituto penale minorile del fratello naturalmente inventata, che nell'immaginazione è diventato femminile, e l'assistente sociale che la segue.
01:25Un giorno di fine settembre del 2001, Rita le aveva detto, teniamo il buono e da questo iniziamo a lavorare. Se sono finita qui, evidentemente, il buono non c'è mai stato, aveva replicato Emilia, trincerata dietro il suo solito mudo di noia.
01:46Nessuno è solo cattivo. Parli come se avessi un futuro. Vorrei vedere ai 17 anni. Emilia era saltata su dalla sedia. Non prendermi in giro, Rita. Chi sarà disposto ad assumermi dopo? Chi vorrà affittarmi una casa? Chi diventare mio amico o il mio ragazzo? Chi dimenticherà mai?
02:10Uh, come corri! Rita si era messa a ridere, piano, un passo per volta. Pensiamo a questo anno scolastico, intanto, ok? Perché, aveva pensato Emilia, esiste un rimedio all'irrimediabile?
02:26Posso dirti una cosa? Rita l'aveva fissata con calma, i gomiti appoggiati alla scrivania e le mani giunte, come se pregasse. Ora ti sembrerà impossibile, ma io ti garantisco che tutto passa e, se non può passare, cambia.
02:46Poi l'aveva presa in contropiede. Va bene, non dirmi cosa c'è in te di buono. Dimmi cosa ti piace. Emilia non era riuscita a soffocare un moto di sorpresa. Boh, aveva alzato le spalle. Qualcosa ci dovrà pure essere. Odio gli sport e odio studiare.
03:07Allora perché ti sei iscritta alle superiori? Perché se no a mio padre si spezza il cuore. Ancora di più, intendo. E se dovessi fare una cosa per te, invece, perché la desideri tu? Il tu l'aveva colpita in piena faccia.
03:23Tu chi diavolo sei, Emilia? Esisti ancora. E quel verbo desiderare l'aveva trafitta nella sola zona demilitarizzata dell'anima che le era rimasta. Aveva spento la sigaretta nel posacenere e deciso di pensarci seriamente. Il fatto è che non era per niente semplice parlare di piaceri e desideri.
03:45Perché da una parte lei non meritava di respirare. Figuriamoci di divertirsi o appagarsi. Ma dall'altra la costringevano comunque a vivere. A tenersi occupata con qualcosa di più edificante dei tagli su gambe e braccia. Era una contraddizione in termini della società ma anche di se stessa. Perché lei era morta dentro, ma era pure viva.
04:09Aveva osservato la città estendersi con le sue torri e i suoi campanili, oltre il campo da gioco, la rete, le mura. Quella città era stata la sua terra promessa sin da bambina. Salire sul regionale nei weekend e raggiungerla per visitare un museo, assistere a un concerto o ai festeggiamenti del 25 aprile era sempre stata una gioia incontenibile per lei.
04:37Non avrebbe mai immaginato che, alla fine, ci avrebbe vissuto davvero. Ma non da studentessa universitaria come aveva sognato, bensì da relitto umano, già putrefatto a 17 anni, coi capelli unti, legati da un elastico molle, i brufoli, le unghie mangiate fino alla carne viva.
04:59«Mi piace sedermi davanti alla finestra e disegnare i tetti di Bologna», aveva ammesso Villaldini e San Luca e i colli che sfumano verso Modena, sia a matita che con gli acquerelli.

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