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Trascrizione
00:00Le stanze di Giammaria Tosatti sono i luoghi della nostra anima, non importa la loro dimensione,
00:12possono abbracciare semplici appartamenti oppure essere un molo, o anche un intero mare, quello
00:17che conta è il loro esserci, il loro dirci di noi con evidenza, spesso drammatica, sempre
00:22lucida.
00:23Il progetto presentato a Milano nei magazzini raccordati sotto la stazione centrale è qualcosa
00:27che, una volta di più, si spinge più in là nell'indagine sui cuori degli uomini,
00:32un paradiso, questo è il titolo del lavoro, in irreversibile decadenza, uno spazio spirituale
00:37franato, una rovina di noi stessi, noi perduti, senza più angeli e cieli a cui guardare.
00:43Il paradiso è l'ultima frontiera della speranza degli uomini, ma per una civiltà che diventa
00:50sempre più disperata, che forma ha il paradiso? Ovviamente ha la forma di una distruzione,
00:58di qualcosa in disarmo, e quindi entriamo in questo paradiso disarmato e ci rendiamo
01:03conto che sì, dentro il nostro cuore, questa è l'ultima frontiera della speranza, cioè
01:09un vuoto. Dopodiché ci rendiamo anche conto che questo vuoto non è sfiorito semplicemente
01:15perché le speranze le abbiamo perse, ma forse c'è una violenza dietro tutto questo, una
01:19violenza coercitiva, che fa parte di una società che ci ha portato via forse le speranze,
01:24non sono sfiorite nel nostro cuore, qualcuno ce le ha portate via perché governare uomini
01:29senza speranza è molto più facile. Il vuoto, che così tanto ritorna nella poetica di Dosatti,
01:34qui prende un'altra forma, prende una profondità che è quella dell'arte, un'arte che osa,
01:39che è politica ed è umana. Alle pareti i versi dell'Apocalisse, ossia l'ultima rivelazione
01:45e i nostri passi che diventano consapevolezza. Fino ad arrivare, a pochi metri dal binario 21,
01:55che vide le deportazioni ad Auschwitz, a un tavolo, a un canto di speranza, a uno spazio
01:59fisico e mentale che condensano l'idea dell'esperienza a una lista di chi è caduto. Un
02:04canto dell'innocenza, per dirlo con William Blake, nel momento in cui non può che essere perduta,
02:10adesso, davanti a noi. Il punto è proprio questo, dimostrare e vedere che questo abisso è un abisso
02:17reale. In fondo alla mostra c'è una porta, una porta che apre verso quel binario proiettato
02:22verso i campi di esterminio. Quella porta è vera, non è un simbolo, è la realtà. Questo luogo è
02:27un documento di ciò che siamo. Noi abbiamo avuto la possibilità di consentire un viaggio attraverso
02:33la poesia dentro un luogo che ci parla di che cosa siamo. Noi siamo stati gli uomini che hanno
02:37venduto quelle migliaia di ebrei e nazisti. Il mondo di Gianmaria Tosatti è anche un mondo letterario,
02:42lo sappiamo, e la sua grammatica da lettista lo è nello stesso modo come pare dicesse Kafka. Anche
02:47la sua è un'arte che vuole essere un'ascia per spezzare il ghiaccio del nostro cuore, che spesso
02:52oggi somiglia a uno specchio vuoto, ma perfino in questo paradiso, post tutto, forse si può trovare
02:59una qualche luce. L'arte serve esclusivamente a questo, per far vedere agli uomini chi sono
03:05davvero dentro il loro cuore, in modo che se c'è qualcosa che non ci piace possiamo cambiarlo,
03:10se c'è un mostro possiamo almeno provare a ucciderlo. Il progetto milanese si compone anche
03:15di una mostra allestita presso la Galleria Liarum S. Brent, Brucia, che presenta opere
03:20pittoriche e installative realizzate dal 2023 e il 2025, anche qui con la forza devastante delle parole.

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