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https://www.pupia.tv - Roma - MO. UNA MADRE ISRAELIANA IN CAMMINO VERSO GAZA ACCUSA NETANYAHU
Roma, 19 mar. - "Preferisco morire piuttosto che vivere senza mio figlio", ha detto Einav Zangauker, madre di Matan, rapito con la forza a bordo di una motocicletta 529 giorni fa. Parole pronunciate di fronte al filo spinato che separa Israele dalla Striscia di Gaza. Un atto di accusa al primo ministro Benjamin Netanyahu: "È un codardo", ha dichiarato la donna, secondo il quotidiano Haaretz. Einav ha camminato per chilometri. Ha deciso di mettersi in marcia dopo la ripresa dei bombardamenti israeliani su Gaza, che hanno posto fine a un accordo di cessate il fuoco e provocato oltre 400 morti in una sola notte. Einav è partita dal kibbutz di Nir Oz, percorrendo lo stesso tragitto fatto dal figlio ventiquattrenne dopo la cattura da parte dei commando di Hamas il 7 ottobre 2023. La donna però non ha potuto raggiungere Khan Younis: è stata fermata davanti a una recinzione di filo spinato al confine, trattenuta da alcuni soldati israeliani. Con lei c'erano la figlia Natalie, alcuni attivisti e la compagna di Matan, Ilana Gritzewsky, che pure era stata rapita da Nir Oz da un commando palestinese, ma che è stata poi rilasciata nel novembre 2023 grazie a uno scambio di prigionieri. A un ufficiale che le ha chiesto di tornare indietro, Einav avrebbe risposto, seduta per terra, che sarebbe rimasta lì: "Non voglio protezione; questo Stato ha già abbandonato mio figlio una volta, e ora lo sta facendo di nuovo. Perché? Per assicurarsi la sua morte?" Haaretz riferisce che quando ieri i bombardamenti su Gaza sono ripresi, Einav si è "infuriata". "Ha deciso di avvicinarsi il più possibile al figlio, sentendosi abbandonata dal governo israeliano", annota il giornale. Il quotidiano cita poi le parole della donna, rivolte a Netanyahu: "Sto andando a Gaza per salvare mio figlio, perché c'è un alto funzionario del governo, molto potente ma anche molto codardo, che ha deciso di sacrificare Matan per restare al potere". Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (Unicef), tra le oltre 400 vittime della prima notte di bombardamenti a Gaza ci sono almeno 130 bambini. I cittadini israeliani ancora prigionieri nella Striscia sarebbero invece una cinquantina. Secondo Hamas, la ripresa dei bombardamenti getta un'ombra sul loro destino, che ora è "ignoto". (19.03.25)

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