Il fashion month dedicato alle collezioni A/I 2025-26 è giunto a Parigi. La prima sfilata importante è quella di Dior, con la regia di Bob Wilson. Uno show teatrale, corredato da una scenografia dal forte impatto.
La sfilata, ispirata al romanzo Orlando di Virginia Woolf (1928), indaga il concetto di metamorfosi. Se la scenografia mette in scena le ere geologiche, tra asteroidi, lava e ghiaccio, la collezione studia l'evoluzione della femminilità e della fluidità per delineare una nuova Lady Oscar (paragone azzeccatissimo di Angelo Flaccavento per Bof).
La direttrice creativa Maria Grazia Chiuri cita i Tudor, passa dalle divise del Settecento, arriva al new look di Christian Dior, e omaggia i direttori creativi che l'hanno preceduta, da Gianfranco Ferrè a John Galliano. Un dialogo continuo tra passato, presente e futuro. Rivaluta pizzi e merletti, rispolvera i corsetti, rilegge le divise settecentesche per trasformarle in biker e cappotti strutturati. Rilancia i tailleur e le giacche bar, così come T-shirt con stampa J'Adior.
Tutto è in movimento, tutto è fluido. Chiuri non guarda solo a Woolf, ma alla storia stessa della maison: il romanzo inglese è il pretesto per scavare nell’archivio Dior, riportando nel nostro armadio alcuni dei capi che hanno fatto storia. A scandirne il ritmo e suddividere i capitoli narrativi della sfilata in cinque atti è il suono – altro grande protagonista insieme alla luce nel racconto che la direttrice creativa ha deciso di portare in passerella.
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La direttrice creativa Maria Grazia Chiuri cita i Tudor, passa dalle divise del Settecento, arriva al new look di Christian Dior, e omaggia i direttori creativi che l'hanno preceduta, da Gianfranco Ferrè a John Galliano. Un dialogo continuo tra passato, presente e futuro. Rivaluta pizzi e merletti, rispolvera i corsetti, rilegge le divise settecentesche per trasformarle in biker e cappotti strutturati. Rilancia i tailleur e le giacche bar, così come T-shirt con stampa J'Adior.
Tutto è in movimento, tutto è fluido. Chiuri non guarda solo a Woolf, ma alla storia stessa della maison: il romanzo inglese è il pretesto per scavare nell’archivio Dior, riportando nel nostro armadio alcuni dei capi che hanno fatto storia. A scandirne il ritmo e suddividere i capitoli narrativi della sfilata in cinque atti è il suono – altro grande protagonista insieme alla luce nel racconto che la direttrice creativa ha deciso di portare in passerella.
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