(Rinaldo Frignani) Trentatré anni, egiziano, in possesso di un permesso di soggiorno in quanto rifugiato, e senza precedenti penali. È l’uomo che nel pomeriggio del 29 gennaio scorso in via Nazionale ha aggredito un bambino di otto anni con la kippah mentre passeggiava con la madre. L’egiziano, a Roma senza fissa dimora, ha dato al piccolo uno schiaffo sulla testa e poi se l’è presa anche con una commerciante che aveva preso le difese del bimbo e della madre, minacciandola con un coccio di bottiglia che teneva in tasca. Tutta la scena è stata ripresa dalle telecamere di sicurezza della zona che sono servite agli investigatori della Digos, diretti da Antonio Bocelli, per ricostruire i fatti insieme con i colleghi del commissariato Trevi-Campo Marzio, coordinati dal dirigente Pasquale Fiocco. L’uomo è stato subito bloccato e accompagnato in ufficio dove è stato arrestato con l’accusa di tentate lesioni al volto con un oggetto idoneo a causare deformazioni dell’aspetto. Un nuovo reato introdotto poco tempo fa nel codice penale dopo le aggressioni con l’acido. Al momento all'egiziano non sono state contestate aggravanti legate al razzismo o antisemitismo, aspetti che almeno per il momento non risultano nel suo passato. Ma le indagini proseguono per approfondire anche questo aspetto - soprattutto alla luce dell’arma impropria che aveva con sé -, mentre il 33enne è stato recluso a Regina Coeli. Dagli accertamenti investigativi è anche emerso che anni fa l’egiziano era stato accolto presso il Centro Astalli.
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