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Milano, 17 gen. (askanews) - Una conversazione immaginaria, eppure nei fatti reale, tra due artiste che, pur senza essersi mai incontrate, hanno battuto strade comuni. Fondazione Ica Milano inaugura il proprio 2025 con una mostra bipersonale, dedicata a Birgit Jurgenssen e Cinzia Ruggeri, curata da Maurizio Cattelan insieme a Marta Papini: "Lonely are all bridges". "Il motivo per cui le abbiamo pensate insieme - ha spiegato ad askanews Papini - è proprio il fatto che hanno attraversato in maniera molto libera le arti, quindi si sono rivolte alla fotografia, al disegno, alla moda, al design in maniera molto libera e questa sensazione di libertà le ha anche rese più difficilmente categorizzabili e quindi difficili da scoprire e da fotografare nell'intero".Nei lavori di Jurgenssen e Ruggeri passa la società dei consumi, ma anche una visione molto personale del modo in cui confrontarsi con essa; c'è la moda, ma è una moda metamorfica, sorprendente e inattesa. E c'è soprattutto un punto di vista femminile sulla società che, seppur legato agli Anni Settanta e Ottanta, è estremamente contemporaneo. Anche perché parte da posizioni ferme, ma non ideologiche e calate con lucidità nello stesso sistema. "La loro riflessione sulla figura della donna nella società contemporanea - ha aggiunto Marta Papini - la trovo molto attuale e quindi in qualche modo il fatto di metterle in dialogo poteva far parlare di temi attuali, cioè del ruolo della donna nella società e di come loro hanno cercato una via d'uscita da quello che è il ruolo imposto".La mostra, a tratti molto astratta, a tratti legata in maniera indissolubile agli oggetti, è anche un progetto coerente con la visione di Ica e la sua attenzione alle arti, nel senso più ampio del termine. "Questo è un luogo che non è univoco - ha detto Alberto Salvadori, direttore di Ica Milano - è un luogo a molte voci. E questa è una mostra che racchiude molte voci, da un artista che fa il curatore a due artiste che non sono mai incontrate, ma che dialogano perfettamente, quindi quasi come se fosse una seduta spiritica in qualche modo, come se vivessimo una dimensione di un'alterità rispetto alla loro condizione originaria. C'è molta ironia, c'è una critica e anche una presa di posizione intelligente sulla moda, c'è la fotografia, c'è tutto. Quindi direi che è una sintesi perfetta di quello che cerchiamo di fare qua dentro. E c'è l'assoluta libertà di espressione".Una libertà che appartiene anche a Cattelan, qui nelle vesti di curatore, un po' invisibile, ma come suo tipico, capace di informare una tipologia di sguardo sul contemporaneo tutt'altro che scontata.

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00:00Una conversazione immaginaria, eppure nei fatti reali, tra due artiste che, pur senza essersi mai incontrate, hanno battuto strade comuni.
00:08Fondazione ICA Milano inaugura il proprio 2025 con una mostra bipersonale dedicata a Birgit Jürgensen e Cinzia Ruggeri, curata da Maurizio Cattelan, insieme a Marta Papini.
00:19Lonely are all bridges.
00:21Il motivo per cui li abbiamo pensati insieme è proprio il fatto che hanno attraversato in maniera molto libera le arti,
00:28quindi si sono rivolte alla fotografia, al disegno, alla moda, al design, in maniera molto libera,
00:36e quindi questa sensazione di libertà che un pochino, se vuoi, le ha anche rese più difficilmente categorizzabili e quindi difficili da scoprire e da fotografare nell'intero.
00:47Nei lavori di Jürgensen e Ruggeri passa la società dei consumi, ma anche una visione molto personale del modo in cui confrontarsi con essa.
00:54C'è la moda, ma è una moda metamorfica, sorprendente e inattesa, e c'è soprattutto un punto di vista femminile sulla società,
01:01che seppur legato agli anni 70 e 80 è estremamente contemporaneo, anche perché parte da posizioni ferme ma non ideologiche e calate con lucidità nello stesso sistema.
01:11La loro riflessione sulla figura della donna nella società contemporanea la trovo molto attuale ancora,
01:16e quindi in qualche modo il fatto di metterle in dialogo poteva far parlare di temi attuali, cioè del ruolo della donna nella società
01:23e di come loro hanno cercato una via d'uscita da quello che è il ruolo imposto.
01:28La mostra, a tatti molto astratta, a tatti legata in maniera indissolubile agli oggetti,
01:32è anche un progetto coerente con la visione di Ica e la sua attenzione alle arti, nel senso più ampio del termine.
01:38Questo è un luogo che non è univoco, è un luogo a molte voci, no? E questa è una mostra che racchiude molte voci,
01:46da un artista che fa il curatore a due artiste che non si sono mai incontrate ma che dialogano perfettamente,
01:53quindi quasi come se fosse una seduta spiritica in qualche modo, come se vivessimo una dimensione di un'alterità rispetto alla loro condizione originaria.
02:04C'è molta ironia, c'è una critica e anche una presa di posizione intelligente sulla moda, c'è la fotografia, c'è tutto,
02:16quindi direi che è una sintesi perfetta di quello che cerchiamo di fare qua dentro e c'è l'assoluta libertà di espressione.
02:23Una libertà che appartiene anche a Cattelan, qui nelle vesti di curatore un po' invisibile,
02:28come il suo tipico, capace di informare una tipologia di sguardo sul contemporaneo tutt'altro che scontata.

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