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CortometraggiTrascrizione
00:00Marcello Maloberto è un artista che sa interpretare i luoghi, le città , ma soprattutto la provincia,
00:14con uno sguardo che è lucido, ma aggiudicante, tagliente e al tempo stesso affettuoso.
00:18Il PAC di Milano gli dedica una grande esposizione, Metal Panic, a cura di Diego Sileo, che attraversa
00:24tutta la sua carriera e ci racconta una pratica tra le più interessanti sulla scena.
00:28Metal Panic mi suonava molto bene, perché all'interno della mostra c'è molto l'elemento del metallo.
00:35E l'idea del panico mi piaceva, di un cantiere, di qualcosa che è in movimento, che può essere non finito.
00:47Quindi mi suonava bene questa parola panico.
00:51Poi panico perché, come vivo io questa mostra o i miei progetti, insomma, io me li sudo parecchio,
01:00quindi sono anche abbastanza sofferto, anche se poi il lavoro è abbastanza pulito, chiaro, preciso.
01:09Intimo anche quando tratta di temi universali, capace di interpretare come pochi la dimensione italiana dell'essere artista.
01:15Maloberto porta qui le sue parole illuminanti, le sue strutture di periferia,
01:19anche il celebre cartello di Casal Pusterolengo, questa volta di Veltro,
01:22ma sempre presente come una storia che non è possibile lasciare andare,
01:26una storia che è ovviamente sempre personale.
01:29Questa piccola stanza, che è la più intima del park, c'è un po' la mia famiglia.
01:33Io penso che le origini, come dice Pasolini, sono quelle...
01:37Tu puoi studiare, aggiungere, aggiungere, ma poi quello che ti segna è le prime cose che vedi,
01:42le prime cose che studi sono un po' la tua base.
01:48La sensazione è che ci sia una consapevolezza delle storture della società e del mondo,
01:53ma che in qualche modo i lavori aprano altre possibilità .
01:57Questo è il mio modo un po' di vedere, cioè io praticamente concretizzo il mio occhio.
02:02Il mio occhio è così. Cerco una pulizia perché poi esca chiaramente un respiro come cielo
02:13che si apre al cielo di Milano ma è capovolto come lo zoccolo del mondo di Manzoni,
02:21quindi c'è uno sguardo. Io amo molto i lavori che hanno respiro
02:25e non dei lavori che ti costringono a un significato.
02:29Sono un po' la Roland Barthes in cerca anche di senso, come diceva sui film di Antonioni.
02:36Un senso che potrebbe stare in una partitura per fucile
02:39oppure nel taceto dolente di un garrè di scultura
02:42o ancora nella postura del ginnasta appeso al cartello di Milano,
02:45che è il manifesto della mostra, ma anche una vera e propria nuova opera.