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Trascrizione
00:00L'alto ufficiale delle Ross, Massimo Giraudo, che lavora da anni per la procura di Brescia
00:05nel tentativo di dipanare la matassa di depistaggi e coperture che hanno reso estremamente difficoltoso
00:10l'accertamento della verità giudiziaria della strage, è tornato a parlare in aula
00:14di intrecci, di luoghi e personaggi attorno a cui si annodano le responsabilità dell'attentato
00:19di Piazza Loggia del 28 maggio 1974.
00:22L'ha fatto nel corso dell'ultima odienza del processo che si sta celebrando davanti
00:26alla Corte d'Assise, presieduta da Roberto Spanò.
00:29Secondo Giraudo, il giovane neofascista bresciano Silvio Ferrari, particolarmente vicino ai
00:34servizi segreti e da considerarsi per l'accusa e per lo stesso Giraudo un fiduciario della
00:39Nato, non saltò in aria in Piazza del Mercato nove giorni prima della strage per un errore
00:43di innesco dell'ordigno che stava trasportando.
00:45Il timer della bomba era infatti impostato alle tre e a quell'ora puntuale scoppiò.
00:50Parte dell'udienza è stata dedicata anche a Giancarlo Esposti, comandante delle squadre
00:54di azione Mussolini, ucciso nello scontro a fuoco coi carabinieri in provincia di Rieti
00:58tre giorni dopo la strage.
00:59In tasca aveva le foto di Cesare Ferri e due biglietti da visita di due soggetti bulgari
01:04mai identificati.
01:05Della sua fine, mentre progettava l'attentato al Presidente della Repubblica in quei giorni
01:09si occupò subito il capo del Centro Contro Spionaggio di Verona, un'anomalia solo apparente
01:14per la procura bresciana, secondo cui Nato, neofascisti e servizi avevano tutti un ruolo
01:19nella strategia della tensione.