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2010 - L'anno del contatto (2010, noto anche come 2010: The Year We Make Contact) è un film di fantascienza del 1984 diretto da Peter Hyams. Tratto dal romanzo 2010: Odissea due (2010: Odyssey Two) di Arthur C. Clarke, il film è il sequel di 2001: Odissea nello spazio (1968) di Stanley Kubrick.

Nove anni dopo la spedizione fallita dell'astronave Discovery One, il mondo sembra essere sull'orlo di una guerra nucleare a causa di una grave crisi politica tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica.
Alcuni scienziati sovietici hanno rilevato che il relitto della Discovery sta perdendo stabilità nella sua orbita attorno alla luna gioviana IO, alla quale si sta pericolosamente avvicinando, con il rischio imminente di un impatto, pertanto si rende necessaria una missione per investigare al riguardo. Per poter raggiungere al più presto la Discovery, viene proposto l'imbarco di un equipaggio statunitense sull'astronave sovietica Leonov, già disponibile alla partenza. Per guidare il gruppo di indagine viene scelto il dottor Heywood Floyd, direttore della precedente missione, il quale, dopo che essa era fallita, era stato relegato al ruolo di docente universitario. Ottenuto il benestare dalla Casa Bianca a scopo propagandistico, sia per quanto riguarda la politica estera sia l'avvicendamento presidenziale, Floyd e due scienziati americani vengono posti in stato di ibernazione per essere ridestati all'arrivo a destinazione, ma il primo viene risvegliato anticipatamente per ottenerne delucidazioni su un'anomalia riscontrata sulla luna Europa: è stata rilevata della clorofilla, possibile segno di presenza di vita. Una sonda automatica inviata dalla Leonov a controllare, tuttavia, viene distrutta proprio quando la rilevazione parrebbe confermata. Tra la costernazione e lo scetticismo generale, Floyd ritiene vi possa essere relazione con il grande monolito avvistato nell'orbita di Giove.

Raggiunto con un'ingegnosa e ardita manovra il relitto della Discovery, vengono ridestati gli altri due scienziati americani, i dottori Curnow e Chandra, per rimettere in funzione rispettivamente i sistemi di bordo dell'astronave e il computer di bordo HAL 9000. Chandra risolve l'enigma del malfunzionamento che aveva causato la morte del precedente equipaggio, rilevando l'istruzione impartita all'elaboratore dal governo americano di mentire all'equipaggio sullo scopo della missione di allora, l'indagine su una trasmissione extraterrestre, che contravveniva alla natura dell'elaboratore, pensato per collaborare con gli esseri umani senza alcun tipo di alterazione e omissione.

Le due astronavi raggiungono quindi il monolito, che si rivela ancora una volta impenetrabile: il cosmonauta sovietico Maxim Brajlovsky tenta di avvicinarsi con una capsula ma viene risucchiato sotto forma di energia, similmente a quanto era accaduto a David Bowman...

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