• 5 ore fa
Trascrizione
00:00Domatti, lei ha fatto una scelta molto particolare, ha rinunciato per qualche settimana al comfort della sua comunità per salire a bordo di una nave e andare a salvare in mare i profughi. Come mai questa decisione?
00:16La decisione è vatturata in quanto i fondatori di Mediterranea City Humans sono miei amici da anni, in modo particolare quelli che provengono dai centri sociali bolognesi, li conosco da alcuni anni proprio perché sono molto attivi come fratelli e sorelle, accanto agli ultimi in modo particolare anche alle persone migranti.
00:38Per questo trovo bene lo spirito con cui ho fondato Mediterranea, l'impegno, la generosità che ci hanno messo e il coraggio anche, per cui quando mi hanno chiesto di prendere parte della missione come caperano di bordo ho accettato per amicizia nei confronti loro e per amicizia nei confronti di tante persone migranti a Modena e a Bologna che hanno attraversato il mare, il deserto, che hanno subito torture in Libia.
01:05So bene cosa significa Mediterraneo Centrale per loro.
01:09Ovviamente a bordo di queste navi si trovano uomini e donne provenienti da ogni paese e soprattutto di ogni religione, questo è il simbolo che non bisogna necessariamente per aiutare una vita umana avere lo stesso credo?
01:23No assolutamente, anzi la cosa bella in modo particolare di Mediterranea è che anche le persone che ricompongono l'eccupaggio provengono da mondi veramente diversi tra loro, si va dai centri sociali all'arci, alle barrocchie e così pure le persone salvate, alcune erano cattoliche, altre pentecostali, altre musulmane ed è bello perché si riconosce, si sente plasticamente in quei momenti che davvero ciò che ci danno c'è.
01:53E' la nostra comunalità, è essere tutti fratelli e sorelle all'interno di questa grande famiglia umana.
01:59Che cosa le dicevano le persone appena sbarcate, appena arrivate?
02:02Alle persone la prima cosa che ci hanno risposto quando Maso Notarianni, il nostro coordinatore incaricato di approcciarli per primo, ha chiesto loro ora di fronte, da dove venite?
02:12Loro hanno emesso un grido straziante dicendo we have found the hell, veniamo dall'inferno.
02:18Poi a bordo quando si sono ripresi hanno realizzato di essere stati salvati, hanno iniziato a pregare, a cantare, a ringraziare Dio e veramente sono loro che hanno fatto anche riscoprire a noi che la vita è un dono che ci viene dato e che siamo chiamati a condividere con gli altri.
02:35Quindi qual è il messaggio che si porta dietro da questa esperienza?
02:38Il messaggio è la riscoperta della nostra comune umanità e l'invito a tutti quanti a credere veramente nell'umanità, a credere che in un mondo segnato da ingiustizia, da violenze, da diseguaglianze, da difficoltà enormi come quello che stiamo vivendo,
02:55tuttavia ci sono tanti segni positivi anche nell'ascita, tanti scintille positivi nell'interraneo oltre a questo e veramente c'è possibilità che il nostro mondo possa cambiare, possa diventare più giusto e più fraterno se tutti quanti apriamo il nostro cuore a questi sentimenti e a riconoscere in ogni altro essere umano che incontriamo, un fratello o una sorella a memoria della nostra stessa unica grande comunità umana.
03:20Lei oggi incontra i ragazzi dell'Alessandrini di Montesilvano, quanto è importante parlare e lanciare questo messaggio alle nuove generazioni?
03:27È importante confrontarsi perché i giovani sono il futuro, per cui è importante qualsiasi occasione di confronto, di dialogo, in modo particolare è importante con i giovani perché i giovani appunto sono il futuro della nostra società.

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