• mese scorso
Trascrizione
00:00Gumbo è la prima mostra in Italia, in un'istituzione pubblica, di Tomohiko Kita, nasce come grafico
00:10e si forma all'interno di una cultura ovviamente giapponese ma con dei forti riferimenti agli
00:16Stati Uniti negli anni Ottanta in Giappone, i magazine, le fanzine, tutto ciò che era
00:21pre-internet e i riferimenti iconografici, i soggetti, i privileghi sono sempre stati
00:27quelli della cultura pop più o meno ufficiale, i lottatori di Western, le riviste pornografiche,
00:34i magazine di moda, la musica, tutto quello che era espressione di una creatività molto
00:40viva, molto legata anche a tematiche sociali, è rimasto legato anche a una passione che
00:47è quella per i grandi pittori europei e americani e per le grandi correnti artistiche, questa
00:53capacità che lui ha di mixare i vari riferimenti iconografici, quindi questa multivisione tipica
01:02di una presentazione simultanea dell'immagine attraverso tanti punti di vista che era ovviamente
01:07la base del cubismo oppure questo assemblaggio di figure spontanee apparentemente senza un
01:14significato ma che invece costruiscono quella rappresentazione onirica e anche impalpabile
01:21che è alle basi del surrealismo e la grafica pubblicitaria o il mondo dei fumetti, tutto
01:27convive in questi assemblaggi e in questa pittura fortemente espressiva. Il titolo è Gumbo,
01:34il Gumbo è una ricetta degli afroamericani degli stati del sud ed è una zuppa estremamente
01:43ricca, estremamente gustosa che ha delle regole di base per la sua realizzazione ma anche
01:51lascia a chi la prepara una grande libertà di interpretazione.

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