• mese scorso
Trascrizione
00:00Una mostra per raccontare l'arte urbana che a cavallo tra il XX e il XXI secolo ha cambiato
00:09il sistema dell'arte. Palazzo Tarascone a Parma ospita l'esposizione Street Art Revolution
00:14che indaga il fenomeno da Uoro Labanxi. Luca Bravo è il direttore artistico del progetto.
00:19È una mostra che va al di là dei classici canoni teorici di una rassegna espositiva
00:24ma vuole scuotere il pubblico, vuole dare quello shock visivo, emozionale. È un viaggio
00:30sensoriale più che una mostra d'arte, un viaggio che attraversa cultura, arte, simbolismo,
00:40viralità, un viaggio che racconta sogni, speranze, ideologie, realtà di intere generazioni
00:48e accanto a questo racconta anche delle contraddizioni, contraddizioni di cui noi facciamo inevitabilmente
00:55parte, quindi contraddizioni di una società. Definirei lo street artist come il più grande
01:02disobbediente filosofo dell'arte. In mostra opere di artisti divenuti leggendari come
01:07Keith Haring o Obey e la prospettiva è quella di ricostruire il modo in cui si è arrivata
01:11una democratizzazione della creatività attraverso un processo che è stato ovviamente anche
01:16politico. L'esposizione è curata da Giuseppe Pizzuto e dalla galleria Wunderkammern che
01:21parte dal gruppo Deodato, fondato e guidato da Deodato Salafia. L'arte che sta nelle strade
01:26nasce per stare nelle strade, ha un contesto, ha una tavolozza e soprattutto la strada non
01:31è un dettaglio per la street art ma è un elemento fondamentale. Una delle cose che
01:36gli altri movimenti si devono domandare, che invece l'arte ha fatto benissimo, è quella
01:40di parlare direttamente in maniera semplice, adatto, metodologie non scontate per dire
01:45cose non scontate, con un linguaggio non scontato e derivato a tanti. Chapeau, tanto
01:50di cappello questo movimento nato tra l'altro da non artisti, da non curatori, da non critici
01:56e da una serie di non, quindi questo è quello che stupisce di questo movimento.
02:00Street Art Revolution è aperto al pubblico a Parma fino al 2 marzo 2025.

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