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CortometraggiTrascrizione
00:00Meno dell'1% dei mari italiani è sottoposto a misure di tutela efficaci e appena lo 0,04%
00:11rientra nel computo delle aree in cui è vietata qualsiasi tipo di attività , inclusa la pesca.
00:16Siamo quindi ben lontani dall'obiettivo 30x30, che prevede la protezione di almeno il 30% dei
00:22nostri mari entro il 2030, di cui il 10% con aree a protezione integrale che l'Italia si è impegnata
00:29a realizzare. A rivelarlo un'indagine di Greenpeace Italia che ha identificato le aree protette dei
00:34nostri mari smettendo le stime governative. L'indagine ha mappato le aree marine protette
00:40italiane, i parchi nazionali che prevedono zone di protezione marina, i siti di interesse comunitario
00:45e il santuario Pelagos, analizzando le tipologie di tutela presenti per verificare se la protezione
00:50dichiarata corrisponde a una protezione effettiva. Come si vede dalla carta interattiva realizzata
00:56da Greenpeace è emerso che solo le aree marine protette e i parchi nazionali hanno regolamenti
01:01stringenti in grado di tutelare effettivamente la biodiversità marina, mentre il santuario Pelagos
01:06e i siti di interesse comunitario rientrano nella categoria dei cosiddetti parchi di carta,
01:12aree individuate e definite importanti per la loro biodiversità , ma in cui non vengono messe in
01:17atto misure di mitigazione o limitazione degli impatti antropici. Queste aree sono incluse nel
01:23conteggio delle aree protette dal Governo, che sostiene ufficialmente di tutelare l'11,6% dei mari italiani.