• anno scorso
Trascrizione
00:00Oggi più che mai se noi non vogliamo rischiare che siano irrimediabilmente
00:05compromesse pace e stabilità abbiamo bisogno anche nei rapporti economici e
00:10commerciali di una strategia che sia sempre più condivisa, che sia basata su
00:14decisioni che non ci danneggino l'un l'altro e che seguono alcuni principi di
00:18base, tra questi sicuramente promuovere la capacità di competere rendendo le
00:24nostre economie e le catene di produzione e approvvigionamento più resilienti agli
00:29shock più diversificate in grado di generare innovazioni tecnologici senza
00:34che si perda capacità manifatturiera, liberare il potenziale del settore
00:38privato agevolandone una crescita sana al riparo dai sostegni a volte
00:44distorsivi della concorrenza e ancora tenere presente l'esigenza della
00:49proporzionalità per fare sì che gli strumenti di difesa economica siano
00:54commisurati a reale livello di rischio e non producano una compressione
00:59involontaria della libertà economica e commerciale anche internazionale
01:03principio che è tratto distintivo di una democrazia come l'Italia e di una
01:07società aperta come la nostra. La nostra nazione chiaramente resta desiderosa di
01:12cooperare è ovviamente fondamentale per noi che i nostri partner si dimostrino
01:17genuinamente cooperativi che giochino secondo le regole per assicurare che
01:22tutte le aziende possano operare sui mercati internazionali in condizioni di
01:25parità perché se vogliamo un mercato libero quel mercato deve essere
01:29inevitabilmente anche equo. Questo approccio ci offre anche
01:33l'opportunità storica di costruire un nuovo modello di cooperazione con gli
01:38attori del sud globale a cominciare dall'Africa che è un interlocutore per
01:42noi fondamentale, siamo una nazione mediterranea, ci offre l'occasione anche
01:47di dimostrare che si può collaborare in modo leale, trasparente e
01:51reciprocamente vantaggioso.

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