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Roma, 12 giu. (askanews) - Le "Colonne Infinite" del coreano Park Eun Sun nel cuore di Roma. Fino al 30 settembre si potranno ammirare all'interno del Parco del Colosseo, affacciate sul Circo Massimo e nell'area di fronte alla Bocca della Verità le opere di un artista che da anni è molto legato all'Italia.

Cinque colonne monumentali; un'installazione che vuole essere simbolo di incontro e dialogo tra antichità e contemporaneo, celebrando il 140esimo anniversario delle relazioni tra Italia e Corea. La mostra (realizzata in collaborazione con il Parco Archeologico del Colosseo, il Comune di Roma e la Galleria d'Arte Contini) è curata da Leonardo Contini: «La colonna infinita è un elemento onnipresente e portante nella produzione dell'artista, ma queste colonne hanno guadagnato un significato nuovo quando sono entrate a Roma, perché si sono messe in dialogo con l'architettura e la storia dell'arte romana».

Le colonne in marmi e graniti policromi di Park hanno un significato diverso in base a dove sono collocate. Le due in granito rosso e nero nel Parco Archeologico del Colosseo proseguono idealmente il peristilio del Tempio di Venere, che si ergeva davanti al Colosseo. Le due colonne di oltre sei metri che si affacciano sul Circo Massimo sono ai piedi del luogo dove anticamente sorgeva il Septizodium, un monumentale ninfeo di età imperiale.

La colonna più imponente, 14 metri, è in piazza Bocca della Verità.

«Si erge quasi come un campanile tra i due Templi di Ercole Vincitore e di Portuno e il rapporto più interessante è con le colonne di Traiano e Marco Aurelio e con la colonna che non esiste più di Antonino Pio, di cui prende idealmente il posto. L'unione tra le due parti è dato dalla torsione presente nelle colonne degli imperatori con finalità narrative e in Park questa torsione di geometrismi che vanno all'infinito come si spera sia il rapporto Italia-Corea».

Colonne trasformate da elementi strutturali in oggetti d'arte.

«Park va avanti con il suo stile infinito che nasce e vuole essere opera d'arte, quello che supporta non è più un edificio ma è l'idea dell'opera d'arte».

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