• 8 mesi fa
L’ultimo a finire sui giornali è stato Erminio Diodato, un imprenditore della provincia di Varese che ha fatto cinque mesi di carcere e due agli arresti domiciliari per uno spaccio di droga che non aveva mai commesso. Gli è stato liquidato un risarcimento di 60 mila euro. Ma è impressionante scoprire dalla relazione del ministero di Giustizia al Parlamento quanti sono quelli come lui. Dal 91 ad oggi lo Stato ha riconosciuto la responsabilità di una ingiusta detenzione - e dunque risarcito - nei confronti di 30 mila italiani. Qui non si tratta di errori giudiziari, che sono ovviamente terribili ma sempre possibili in un sistema. Si tratta di provvedimenti di custodia cautelare valutati come ingiustificati da un giudice superiore oppure smentiti da proscioglimento o assoluzione. Il calcolo è presto fatto. Ogni giorno in Italia vengono arrestate ingiustamente dalle due alle tre persone. La spesa complessiva finora sborsata dallo Stato per questi risarcimenti è di quasi un miliardo di euro. Eppure delle 80 azioni disciplinari intraprese contro i magistrati, solo otto si sono concluse con una blanda punizione, una censura o un ammonimento. E i nomi dei magistrati puniti restano segreti per una disposizione del Csm. La maggioranza di centrodestra ha dato la precedenza in Parlamento alla riforma della autonomia rafforzata delle regioni e alla riforma del premierato e ha messo un po’ in coda la riforma della giustizia. Ora bisogna ammettere che a leggere questi numeri bisogna riconoscere che ha sbagliato priorità.

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