• 7 mesi fa
Le fotografie di nudo come strumento per accettare il proprio corpo. Guardarsi all’esterno, attraverso una foto, per conoscersi dentro e fare pace con tutte le cicatrici che ognuno di noi ha. È un po’ questo il senso del lavoro di Era Enesi, una giovane fotografa di 31 anni che per lavoro ritrae uomini e (per lo più) donne nude. Ha 7 mila followers su Instagram e ha già girato mezza Europa con le sue foto: mostre a Parigi, Londra e Berlino.“Sono venuta qui - racconta - all’età di 7 anni, clandestinamente, dall’Albania. La passione ho iniziato a scoprirla per caso quando ho vissuto per 4 mesi a casa di una famiglia italiana, qui c’erano foto di nudo, di donne nude, di Helmut Newton. Credo che da quel momento in me sia nato qualcosa. Sono poi riuscita ad esprimermi grazie al nudo”. Davanti alla fotocamere di Era Enesi ci sono molto spesso donne. “Mi è capitato di ritrarre - continua - tante ragazze giovani che si vogliono esprimere, essere anche accettate fisicamente. Ho fatto foto, però, anche persone di una certa età o a coppie che decidono di farsi un regalo per un anniversario. Vengono da me perché nelle mie fotografie c’è molta sensibilità, ci metto tanto di mio, racconto tramite le foto pezzi della mia vita, della mia infanzia, dei ricordi. Guardano le mie foto e credo vogliano essere fotografate, viste dal mio punto di vista. C’è anche chi non lo ha mai fatto ma aveva bisogno di essere accettato, di sentirsi accettato, di fare pace con il proprio corpo. Ho questa piccola dote di far stare tranquille le persone”. Ma quando le persone si sentono in soggezione Enesi ha un modo tutto suo per farle sciogliere. “Mi è capitato, quando mi trovo con persone che non hanno mai posato, - spiega - di fotografare nuda insieme a loro. Questo aiuta le persone a sentirsi a proprio agio e a lasciarsi travolgere da questa esperienza particolare”. Le parti del corpo più belle da fotografare? “Seno e le parti intime, - risponde la fotografa - le forme del corpo. Lì oltre alla sessualità c’è qualcosa di più che non so esprimere, è quasi poetico”. Di fronte alla domanda “vuoi farti fotografare nudo/a?”, quanti direbbero di “Si”, probabilmente pochi. Era Enesi, però, ci spiega il potere “curativo” del nudo artistico.“Tutti direbbero di no, vero. Le persone secondo me - racconta - dicono di no perché hanno paura del pregiudizio delle altre persone. In realtà il nudo artistico è un’esperienza molto bella perché può essere curativa, anche a livello di anima, di sentimento. Parlare di nudo non è fare pornografia, è arte, è poesia, non c’è quella cosa che dici “ah che volgarità”, è importante approcciarsi al proprio corpo e accettarlo così com’è in tutte le forme”.L’ultimo progetto della giovane fotografa punta un faro su un problema poco discusso. “È dedicato - conclude - ad alcune mie malattie: vulvodinia, endometriosi, fibromialgia, parla di tutte noi donne guerriere che lottiamo contro queste malattie invisibili. Sono alla ricerca di ragazze, delle loro storie. Spero di riuscire a trasmettere il giusto valore a questi problemi, dare voce a queste malattie, renderle riconosciute e conosciute. Parlarne sempre di più” (mattia aimola)

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