Jaguar XJ 4.2 I Serie

  • 4 mesi fa
La prima serie della XJ debuttò al Salone dell'Automobile di Parigi del 1968 e divenne presto un modello strategico per la casa di Coventry.
Innanzitutto rappresentava una svolta importante poiché doveva adattarsi a un mercato in evoluzione, reinterpretando in chiave più attuale il classico stile della casa inglese senza perderne il fascino; in secondo luogo con la Series I si contò di riconquistare il mercato americano non più garantito delle sempre minori vendite dei modelli precedenti. Inoltre, fu l'ultima vettura progettata sotto la direzione del fondatore sir William Lyons, rimasto in carica nonostante la nuova acquisizione della Jaguar da parte della British Motor Corporation.
La carrozzeria dal disegno più snello e caratterizzata da inedite linee tese piacque subito. Essa presentava un inedito cofano motore dalle nervature decise e una nuova calandra rettangolare e bassa. Alcune perplessità vi furono invece per gli interni, più moderni e razionali ma giudicati privi della tradizionale opulenza tipica dei precedenti modelli. Per la prima volta la plancia, seppur di ottima fattura, era impiallacciata in legno verniciato e non più in noce massello; così come il rivestimento in pelle naturale, di serie solo su alcune versioni, non includeva più i pannelli porta che erano in vinile.
Malgrado le lievi titubanze, la linea riuscita e la raffinata meccanica convinsero presto il pubblico e il successo di questo nuovo modello non tardò a concretizzarsi.
Dal punto di vista tecnico, la XJ fu un'evoluzione della precedente 420 G ed era caratterizzata dalla trazione posteriore, dalle sospensioni a ruote indipendenti con bracci trasversali sia anteriormente che posteriormente, dallo sterzo a cremagliera e dai quattro freni a disco. Molto curata, inoltre, la sicurezza passiva a protezione degli occupanti, che prevedeva l'inserimento di rinforzi tubolari della scocca e l'inserimento di barre laterali negli sportelli.
Al momento del debutto furono disponibili due motori, entrambi 6 cilindri in linea con distribuzione bialbero e alimentazione a due carburatori. In vetta alla gamma si poneva il noto Serie XK da 4.235 cm³ capace di erogare 186 CV (SAE), mentre alla base c'era un nuovo "corsa corta" da 2.791 cm³ e 140 CV (SAE) Mentre la XJ6 4.2, che offriva di serie anche il servosterzo, poteva essere scelta con cambio manuale a 4 rapporti più overdrive o automatico a 3, la 2.8 era disponibile soltanto con cambio manuale e l'opzione dell'overdrive Laycock de Normanville. Tuttavia il motore da 2,8 litri accusò problemi d'affidabilità e fu successivamente ritirato dal commercio.