I racconti dei palestinesi da Jenin: ci sparano mentre fuggiamo

  • 5 mesi fa
Jenin, 14 dic. (askanews) - Spari in mezzo alla strada, ricerche di sospetti casa per casa. Queste immagini arrivano da Jenin dove l'esercito israeliano ha intensificato i raid e le operazioni militari via terra negli ultimi giorni. La Croce rossa ha detto che la situazione nella città e nel campo profughi nella Cisgiordania occupata, che ospita oltre 18mila persone, è molto peggiorata. Manca cibo, ci sono segnalazioni di feriti a cui non è permesso accedere alle cure."Ci hanno costretto a rimanere chiusi in una stanza, mia figlia non ha smesso di piangere da allora - racconta una donna - Ogni volta che dicevo ai soldati che mia figlia aveva bisogno di latte e pannolini, mi urlavano contro e ci costringevano a tornare indietro. Abbiamo rischiato la vita per fuggire dal quartiere di al-Damj. Hanno iniziato a gridarci contro in ebraico, poi hanno iniziato a spararci addosso ogni volta che avanzavamo. Così abbiamo preso un'altra strada".400 edifici perquisiti, sei laboratori di esplosivi smantellati, centinaia di arresti e 30 armi ritrovate secondo il bilancio diffuso da Tel Aviv. Sette morti in due giorni secondo quanto riferito dal ministero della Sanità palestinese."La situazione è molto difficile, hanno distrutto la nostra casa e l'hanno lasciata nel caos - dice un'altra donna - hanno arrestato mio figlio. Hanno arrestato mio figlio Mahmoud. La situazione è difficile. Non c'è pane, né cibo, né latte per mia figlia, né pannolini, niente".

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