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Nel Giugno 1971 viene presentata la gamma "2000", dotata del nuovo motore portato alla "cilindrata europea" di due litri (con l'aumento di 4 mm dell'alesaggio) e, a richiesta, del differenziale autobloccante al 25% della tedesca ZF. La potenza sale a 132 CV (norme IGM),[6] la velocità a oltre 190 Km/h e il prezzo a L. 2.348.000.
Non si tratta di un adeguamento della potenza che, in effetti, era già più che sufficiente, ma di una seconda operazione commerciale per entrare nella cilindrata europea dei "due litri", dove BMW e Lancia stavano ottenendo buoni risultati.
Pur restando simile alla "1750" nella sostanza tecnica, la "2000 Berlina" riceve una miriade di piccole modifiche volte a ridurre la sportività della vettura, nel tentativo di renderla adatta a una fascia di acquirenti sempre più vasta, che ricerca soprattutto vetture dotate di comfort e ben rifinite, anche se di intonazione sportiva.
Seguendo questa linea di mercato, gli interni risultano decisamente migliorati nella conformazione dei sedili e nella fattura di sellerie e tappezzerie, con ampio utilizzo di moquette e velluti. Più ampia e completa la strumentazione, con grafica più ricercata e regolazione della luminosità.
La lista degli accessori a pagamento viene incrementata per comprendere gli appoggiatesta anteriori, il lunotto termico, la vernice metallizzata, i cerchi in lega e, cosa impensabile per un'Alfa Romeo di pochi anni prima, anche il condizionatore d'aria e il cambio automatico ZF a 3 rapporti. In realtà, anche il differenziale autobloccante risultava ufficialmente compreso nell'elenco degli optional, con un supplemento di L. 35.000, ma si trattava di un optional quasi obbligatorio.
All'esterno le modifiche sono visibili, ma non comportano detrimento all'originale eleganza della linea. La calandra reca una sola barra cromata, uno scudo di marca più ampio e la novità dei quattro proiettori di eguale diametro. Le luci posteriori sono divise in quattro settori ognuna, anziché tre e sono aggiunte le luci di cortesia per le portiere aperte.
Nella primavera del 1975 la 2000 adottò il variatore di fase a controllo elettronico (per questo l'autorevole periodico Quattroruote la definì "la 2000 elettronica"), con l'occasione vennero modificati alcuni dettagli della carrozzeria e soprattutto degli interni, dotati fra l'altro di poggiatesta posteriori. La potenza dichiarata scese a 128 CV DIN, al vero non perché fosse diminuita ma per farla rientrare entro i limiti di legge di allora per i neopatentati.
La vettura restò in produzione fino al 1976, con l'uscita dal listino nei primi mesi del 1977, quando il prezzo di vendita aveva abbondantemente superato i 5 milioni di lire, per effetto dell'inflazione galoppante verificatasi in Italia negli anni settanta e ottanta.

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