Roma, 8 nov. (askanews) - In Italia il 68% delle famiglie cucina con il gas. Tradizione culinaria, ma che a lungo termine può avere effetti gravi sulla salute. A dirlo il nuovo report di CLASP, il gruppo non profit per l'efficienza energetica, che nei mesi scorsi ha condotto uno studio in 7 Paesi Europei, tra cui l'Italia, con il supporto scientifico dell'Organizzazione per la Ricerca Scientifica Applicata dei Paesi Bassi (TNO). Tra i risultati più allarmanti il fatto che il 72% delle case con cucine a gas superi il valore guida giornaliero dell'OMS di biossido di azoto. Dato che pone l'Italia subito dopo la Spagna (77%) e prima di UK (55%), Olanda (54%), Francia (53%), Romania (52%) e Slovacchia (44%).Spiega Laura Reali, pediatra e membro della European Academy of Pediatrics: "Le cucine a gas producono nella combustione non solo anidride carbonica, monossido di carbonio, particolato fine, tutte sostanze assolutamente non buone per la salute umana, ma anche ossidi di azoto che si stanno rivelando un problema importante per la loro tossicità diretta di tipo irritativo e infiammatorio sulle mucose e sulle vie respiratorie, e nel lungo termine anche potenzialmente cancerogene."L'esposizione a irritanti, come il biossido di azoto, che è un gas che per quanto ha un odore sgradevole può non essere percepito per lunghe esposizioni perché ci si abitua all'odore, è un gas lipofilo quindi può penetrare attraverso le mucose e le vie respiratorie anche in profondità e polmoni piccoli, in evoluzione e più rapidamente penetrabili, come quelli dei bambini che respirano più velocemente degli adulti, sono più direttamente esposti e sensibili. Se questo poi lo trasliamo alla situazione della mamma in attesa, la mamma che inala biossido di azoto può fare danni anche per il figlio. Naturalmente stiamo parlando di esposizioni prolungate, intensive e via di seguito"."La comunità sanitaria ha un ruolo fondamentalmente di educazione alla sicurezza. Questo è proprio il ruolo core dell'attività del pediatra. Mai come in pediatria prevenire è meglio che curare. Fornire informazioni affidabili, semplici, praticabili e anche commisurate alla qualità della vita in cui vive quella famiglia è uno dei ruoli principali del pediatra. Avere studi certi, informazioni accurate da poter diffondere alle famiglie è importante".
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