"La solitudine e' questa", il tributo di Andrea Adriatico a Pier Vittorio Tondelli

  • anno scorso
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00:00 Ho deciso di fare un film su Pier Vittorio Tondelli per una sommatoria di ragioni. La
00:11 prima ragione sicuramente è che anagraficamente è uno scrittore che sento molto vicino e che in
00:18 qualche modo è stata una scrittura importante nella mia vita, un autore col quale ho sviluppato
00:26 un rapporto di confidenza e che ha permesso in alcuni momenti della mia vita di coprire dei
00:34 silenzi e di trovare delle risposte e quindi in qualche modo il mio film è inevitabilmente un
00:39 tributo. C'è una frase di una delle scrittrici che partecipano a questo film che si chiama Claudia
00:45 Durastanti che dice testualmente "Tondelli è molto più grande della parola postmoderno". Io
00:51 sottoscrivo in pieno questa sua visione. Credo proprio che le tematiche trattate da Tondelli,
01:00 l'essere caduto nella trappola della censura con il suo primo romanzo, l'essere stato sempre un
01:06 autore in grado di raccontare telegraficamente in certo modo una certa realtà di contemporaneità
01:13 senza essere una bella penna ma essendo una penna significativa del suo tempo, abbia creato a
01:21 Tondelli una mistificazione sostanziale, cioè gli ha dato una notorietà enorme ma nello stesso tempo
01:28 la conoscenza dei suoi scritti è molto bassa, come spesso succede. Si può essere molto famosi
01:35 ma non sempre molto frequentati.
01:37 "Altri libertini" è appunto il romanzo di esordio di Tondelli e non a caso è un romanzo
01:55 d'esordio perché come tutti i romanzi d'esordio ha quel tipo di forza dirompente che si può avere
02:04 soltanto quando si scrive per la prima volta, si comincia a scrivere, quel tipo di forza che
02:09 poi va scemando e soprattutto finisce per essere sempre più controllata.
02:15 Perché avete accettato di partecipare a questo film di Andrea Adriatico dedicato a Vittorio
02:21 Tondelli? L'idea di affrontare, non dico un ruolo perché noi non interpretiamo dei ruoli veri e
02:31 propri, siamo dei narratori, siamo degli intervistatori, siamo un po' ibridi, ma la
02:39 cosa principale era la possibilità di immergersi all'interno di questo universo fatto di personaggi
02:48 direi borderline, una letteratura molto complessa di cui io in realtà, anche qui sarò onesto,
02:58 sapevo molto poco, avevo letto poco di Tondelli, ma più che altro non conoscevo la grandezza del
03:04 personaggio e quindi c'era una serie di fattori, un altro fattore è il fatto che si viaggiasse
03:09 molto per realizzare questo film ed è una delle cose che amo di più come artista e come persona.
03:18 C'è l'ele, il primo sguardo che ho incontrato e che mi lascerà soltanto un anno esatto dopo a
03:27 Roma, il 6 di aprile, in una trattoria di Trastevere, ai piedi a zoccoli di cuoio arancione,
03:34 la tracolla una sacca dello stesso colore, con frangette e motivi floreali punzonati, indossa
03:40 jeans nemmeno tanto scoloriti, calzettoni gialli da roccia, capelli lunghi, ma non troppo.
03:46 Sicuramente anche per il fatto che con Andrea avevo già lavorato e ripetere l'esperienza mi
03:55 sarebbe piaciuto, ma anche perché per altre due motivazioni, la prima è che ritengo che Andrea
04:06 produca dei film necessari, cioè racconta delle cose che non sono superflue, che mancano.
04:21 Andrea ha scelto proprio un soggetto mancante, una sfaccettatura sul personaggio di cui avevamo
04:27 bisogno. Lo stesso vale per Mario Mieli, che era proprio assente una narrazione di quel momento
04:34 storico e di quel lato della nostra storia, quindi per quello intendo necessario, poi ovviamente
04:39 tutta l'arte, in via di Massimo, è necessaria.
04:43 [Musica]

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